A Caivano la tassa sui rifiuti è oggetto di polemica politica e mentre il medico studia il malato muore !

“Qui ad Atene il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi,” Tucidide (discorso di Pericle sulla democrazia)

di Giuseppe Costantino – In questi giorni a Caivano un manifesto di Forza Italia fa discutere per la denuncia in essa contenuta sulla tassazione sbagliata sui rifiuti e sulle responsabilità plurime dei responsabili. A ciò si aggiunga la voce di un prossimo avviso di accertamento con richiesta di un corposo aumento di quanto già versato dai cittadini predisposto dal commissario prefettizio per far dire ai cittadini che la misura è colma. I legulei di turno sostengono che trattandosi di un atto sbagliato e considerata la esistenza di una legge che disciplina la materia, i fruitori del servizio sono tenuti al pagamento di quanto dovuto sulla base di nuovi conteggi. Siamo alle solite, paga Pantalone, con buona pace di quanti vorrebbero vedere una buona volta applicata la legge in modo corretto. Dire che si tratta di errore sanabile a proposito dei conteggi della spesa per la rimozione dei rifiuti è poesia e musica per le orecchie di chi si è reso responsabile di quanto accaduto. Solo chi non ha orecchie per sentire la voce dei cittadini incolpevoli può fare propria una simile fandonia e scrollarsi di dosso la responsabilità di far luce piena su quanto avviene a Caivano sulla tassa sui rifiuti. E’ evidente che chi si appresta a porre in essere tali atti ha deciso di vivere una vita felice all’insegna del pressapochismo e del tirare a campare.Neanche a pensare ad un possibile piano di risanamento e di riduzione di una spesa che ormai è fuori controllo e neppure ad una razionalizzazione dell’intera materia con il coinvolgimento dei cittadini. Quanto alla richiesta semplicistica di far pagare una quota aggiuntiva della TARI per l’anno 2017 non è forse evidente che sembra una ulteriore caramellata strenna di Natale? Forse che non è stata fatta pagare a seguito di un procedimento amministrativo definitivo e cosciente culminato in atti pubblici del Comune? E tale accertamento non è più definitivo e non più modificabile per il decorso del tempo e posto in essere a seguito di un iter amministrativo contabile segnato da confronti pubblici e accaniti dibattiti? Cosa ne giustifica l’annullamento e riedizione con aggravio per i cittadini che già non ne possono più per l’enorme carico fiscale di un apparato politico amministrativo che è sempre più esoso e inefficiente? E come è possibile cambiare un provvedimento amministrativo non caratterizzato da errore scusabile? Invece di tartassare i soliti cittadini incolpevoli non si dovrebbe procedere a carico di eventuali responsabili per danno erariale? E’ vero che nel caso di specie la legge prevede il perfetto equilibrio tra entrate ed uscite sancito da un voto degli organi deliberativi del comune, ma non è quello che è stato fatto dal comune? Ma pur volendo accettare la logica del ravvedimento operoso non sarebbe stato opportuno rivedere il piano di riparto e controllare e prevedere la partecipazione alle spese di tutti coloro che usufruiscono del servizio? Siamo proprio sicuri che pagano tutti ? Per caso non è possibile che siano sfuggiti i tanti invisibili per il fisco che abitano nelle periferie urbane e vivono di espedienti noti e non? Sono state effettuate in maniera corretta le necessarie verifiche incrociate tra elenco dei contribuenti e dei reali utilizzatori del servizio? Quante case risultano censite e quante non ancora? E quanti sono i reali abitanti delle stesse? E poi, i vari immigrati a vario titolo sono esistenti anche per il fisco o presenti solo per le provvidenze a loro favore e a carico nostro? Io sono favorevole alla integrazione di quanti si rivolgono a noi, ma non sono favorevole al dilagare degli abusi e dell’illegalità a buon prezzo. Tornando al dunque, il Commissario Prefettizio nella sua qualità di pubblico ufficiale deve prima accertare o far accertare se sono state operate violazioni di legge ed individuare eventuali responsabili. E non dovrebbe prioritariamente agire presso la Corte dei Conti ed eventualmente presso la Magistratura ordinaria per il risarcimento del danno subito dal Comune ed il restauro del rispetto della legge, invece di operare un recupero crediti che attiene alla materia civilistica e non applicabile in questo caso? Insomma si tratta di mettere mano a un prezioso risanamento del sistema e non di mettere una ulteriore toppa ad un servizio che fa acqua da tutte le parti. Ma chi vorrà fare ciò? Forse gli stessi che dopo aver permesso che Caivano diventasse la pattumiera d’Europa oggi allegramente si ergono a paladini di un risanamento che è follia sperare che possa ancora avvenire con i soliti noti.