VIDEO – Svelato il busto del Maresciallo D’Arminio, ucciso dalla camorra

Tuccillo: “il senso del dovere tratto comune col giudice Falcone”

«Dicendo no ad ogni sopraffazione, dicendo no ad ogni forma di violenza, dicendo no a ogni forma di illegalità e dicendo no ad ogni forma di camorra ricordiamo oggi il Maresciallo D’Arminio e il giudice Giovanni Falcone». Così il Sindaco, Domenico PIAZZA 2Tuccillo, ha ricordato dal palco allestito nella nuova Piazza Gianturco l’impegno del giudice antimafia e del carabiniere medaglia d’argento al valor militare, il cui busto è stato svelato oggi in una cerimonia pubblica cui hanno partecipato i familiari del Maresciallo, il colonnello dell’Arma Rino Coppola, il capitano della compagnia di Casoria Pierangelo Iannicca, il maresciallo Fedele Del Vecchio della stazione di Afragola, il maresciallo Santoro della stazione di Crispano, la Fanfara dei carabinieri, il commissario della polizia di Afragola vicequestore PIAZZA AFRAGOLAAlfredo Carosella, la Guardia di Finanza, Libera contro le mafie, la Cgil e le scuole. «”Bisogna che si faccia il proprio dovere, ad ogni costo, costi quel che costi perché nel fare il proprio dovere si realizza l’essenza della dignità umana”. Queste – ha dichiarato il primo cittadino dal palco – sono state le parole che sintetizzano lo spirito di Giovanni Falcone che oggi abbiamo ricordato per il senso del dovere, senso del dovere che lo accomuna a un’altra vittima illustre, protagonista importante che riguarda la nostra città: il Maresciallo Gerardo D’Arminio che 40 anni fa in questa piazza fu trucidato nell’adempimento del proprio dovere». Un corteo colorato con gli studenti degli istituti scolastici si è mosso alle 8,30 da via Firenze per arrivare in marcia a Piazza Gianturco, dove dopo gli interventi dei manifestanti e la cerimonia di commemorazione è stato scoperto il busto realizzato dagli studenti del Liceo artistico «Emilio Sereni». «Così questo busto – ha concluso Tuccillo, svelando l’opera insieme con Annalina, figlia del Maresciallo – sarà l’ammonimento per noi e per la nostra coscienza collettiva che non vuole più subire ma che si oppone, che reagisce e che combatte».