Napoli, le Catacombe di San Gennaro e la voglia di riscatto dei ragazzi del SUD

Tutto racchiuso in una recensione di Francesca l’entusiasmo chi racconta la generazione dei meridionali che non vuole più andarsene: Le Catacombe di San Gennaro e la città a strati

Una storia millenaria che vive nel sottosuolo di Napoli, un viaggio alla scoperta dello stretto legame di fede tra la città e il suo patrono San Gennaro.

La città a strati. Napoli è uno degli esempi più lampanti di città in cui la storia può essere ripercorsa attraverso i suoi “strati”. Tra la Neapolis greca e la città di oggi non ci sono millenni, ma metri di sottosuolo. Il passato non è messo in una teca o dimenticato, ma fa capolino in alcuni punti della città del presente. Questa compresenza di epoche ha acquisito sempre più valore nell’economia della città, attraverso l’integrazione di ritrovamenti archeologici in opere pubbliche contemporanee, come ad esempio la stazione Municipio della Metropolitana Linea 1.

Francesca Visconti: “Ho partecipato alla visita notturna teatralizzata alle Catacombe. Superfluo rimarcare l’unicità e l’opulenza di storia e bellezza che caratterizza il sito. Voglio invece sottolineare l’ammirazione e la stima verso gli attuali gestori del sito, la Coop. “La Paranza”: figlia dell’Officina dei Talenti è una realtà positiva di questo Sud che cerca il suo riscatto. Giovani preparati, talentuosi che impegnano le conoscenze acquisite in giro per il mondo, per valorizzare il tesoro che i nostri padri hanno colpevolmente e infantilmente gettato ai rovi.
“C’è una generazione di meridionali che non vuole più andarsene e, conoscendo il mondo, vuol saperne di più del suo Sud e viverci; e, per viverci bene, migliorarlo, migliorando la propria condizione; e pensa di poter fare molto con poco e che quel poco a Sud valga più del molto altrove”. Ci hanno accolto con taralli artigianali (Esposito) a cui si è reso doveroso accompagnare con un buonissima birra artigianale (Natavota) prodotta da un microbirrificio locale. Ci hanno parlato dell’App “SmartCatacombe” che utilizzano per l’illuminazione responsabile del sito. Ci hanno mostrato le installazioni in ferro nel sito che realizzano un percorso tattile per non vedenti creato da un laboratorio di giovani del quartiere Sanità. Ci hanno mostrato una chiesa recuperata dalla dimenticanza e dall’indifferenza, utilizzata ora per mostre, meeting e concerti. Ci hanno mostrato i loro occhi, la passione che arde in essi, il coraggio consapevole ed intelligente di chi sceglie di restare e cambiare. Siete fortissimi!”

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