La presa di Torino, l’ultimo raggio di sole nella stagione del Napoli

Purtroppo la presa di Torino sarà ricordata come l’ultimo raggio di sole nel campionato del Napoli, che sicuramente avrebbe meritato un finale di stagione con un epilogo ben differente. Imprese che danno luogo a speranze si contrappongono alle discordie della ragione.

SILENZIO ASSENSO

Troppe domande e poche risposte plausibili per chi ostenta passione e amore incondizionato per il gioco del calcio. Gli azzurri sono stati risucchiati in un vortice silente composto da sconforto e incredulità. Per molti definito come un alibi da perdente. Vorrei vedere chi critica questa squadra come si comporterebbe nei panni di questi ragazzi. Che pur resistendo alle mille insidie di questa stagione sono giunti all’ennesimo muro di gomma. Nessuno è inscalfibile, si può essere refrattari fino al massimo della tolleranza, ma per diventare degli automi ce ne passa. Il fisico regge fin quando la testa realizza. Facile giudicare al di là del vetro, scendere in campo e ritrovarsi impotenti dinanzi ai molteplici metri di giudizio.

A. A.A. CERCASI DIGNITA’

La trasferta di Firenze non è mai esistita, lo si capiva dallo sguardo attonito di Sarri, ancor prima che la gara del “Franchi” avesse inizio. Non è mai esistita nell’animo affranto di questi ragazzi, che ha indotto ad insolite distrazioni e comportato l’esito negativo del match. Non è mai esistita perché il morale di questi piccoli eroi si è schiantato contro una realtà dalle molteplici forme. Non è mai esistita perché abbiamo compreso l’errore di un sistema che ha represso un duello così bello e affascinante tra due contendenti. Non è mai esistita perché abbiamo compreso ancor di più la sudditanza psicologica, che ha superato il fattore umano ed è sfociata nell’era della tecnologia. Non è mai esistita nel nome di questo sport, ma verrà ricordata per una dignità che difficilmente può essere acquisita da tutti.