Napoli e ‘Questi Fantasmi’

           Professò, avevate ragione voi, i ‘Fantasmi’ esistono.

Si mostrano, poi svaniscono. Ricompaiono sotto altre sembianze. Spaventano, ma non per la presenza, per l’illusione posta e lestamente sottratta.

E questa estate, tra insider dei social network, pseudo soffiate e vocali whatsapp,  ne è stata la reale conferma. Si è passati dall’euforia Ancelotti e l’annesso sogno del ‘Romantico ritorno’ del figliol prodigo Cavani, al pessimismo cosmico della Napoli depressa.

Eppure eravamo stati avvisati. Il segnale fu lanciato in conferenza stampa in quel di Castel Volturno per la presentazione del ritiro precampionato Dimaro 2018. Il Presidente fu molto chiaro nel richiedere una piccola loggia presieduta dalle maggiori testate giornalistiche, atte nel commentare la veridicità dei contenuti del calciomercato che la stessa società avrebbe fornito. Il tutto, a suo dire, per evitare il diffondere notizie di falsa provenienza, ed evitare di intercorrere equivocamente e, involontariamente, rallentare le reali trattative.

Un segno premonitore di un mercato già idealizzato?

Potrebbe, eccome se potrebbe. Con tanto di consenso di Mr. Ancelotti che ha apertamente dichiarato che la sua unica prerogativa era di non cedere i pezzi pregiati di questa rosa. Jorginho è stato un prezzo da pagare pattuito con il tecnico, in quanto vede Hamsik in grado di poter rivestire quel ruolo in maniera egregia.

Il risultato qual è stato? Niente bomber e fiducia incondizionata al dinamico duo Milik-Mertens, rinforzare il fronte d’attacco con gli acquisti del tanto decantato (e criticato per il suo mancato arrivo a gennaio) Simone Verdi, in aggiunta al già contrattualizzato Amin Younes a parametro zero.

Fabiàn Ruiz per rimpiazzare l’uscite del già citato Jorginho e il francese Malcuìt per Maggio, oltre al rinnovamento del parco portieri: Meret, Karnezis, Ospina.

Ma ‘Questi Fantasmi’ non si addensano, si manifestano settorialmente. Prendono vita e forme diverse da quelle concepite. Un misto tra disfattismo e orgoglio territoriale che aleggia in casa Napoli.

Mi dissocio dalle contestazioni inerenti alla gestione societaria, questo è giusto precisarlo.

Le annesse postille sarebbero d’obbligo, come rinforzare il parco giocatori nei mercati di riparazione quando la squadra è stata due volte campione d’inverno, ma sulle reali intenzioni della gestione tecnica e le ipotesi delle trattative non sapremo mai come sono andate davvero le cose.

Si può di certo migliorare, come in tutte le cose d’altronde, ma in linea di massima quella condotta, da 14 anni ad oggi, è stata la migliore ipotizzabile. Sia perchè è impossibile paragonarci a società che hanno alle spalle potenze economiche (FCA e Sunig su tutte) in grado di  sostenere indotti di un certo rilievo, sia perchè, in questo lungo percorso, questa proprietà ci ha consentito di pregiarci di calciatori di un certo spessore, tecnici blasonati e 3 titoli in bacheca che, Juventus a parte, poche squadre possono vantare.

I ‘Fantasmi’ – e mi riferisco a lei Presidente – riaffiorano quando è l’impulsività a prendere il sopravvento.

Insistentemente pullulano e si insinuano nella nostra mente, facendoci calare in una parte che non è – e non deve – essere quella a noi consona. Perché può essere solo addossata a loro la colpa per quanto riversato sul popolo di questa città. Non posso, e non voglio, credere che una persona come lei, che riveste una carica cosi importante nella società odierna, possa aver preso questo tipo di iniziativa in maniera del tutto coscenziosa.

Per ottenere poi cosa. Denigrare una platea così vasta per esausta indignazione?

No, non ci credo.

Preferisco pensare che ogni piccolo pezzo – o pezzotto che sia – di questo incidente diplomatico sia stato mobilitato, spintonato, imprigionato in un vortice di impudica prostranza dal Pozzaro Bianco, che per osservare fedelmente alla propria maestria si manifestava in casa altrui, invocando all’equivoco più temuto dalla Napoli condizionata dalle vecchie leggende.

Aggiungo – e concludo – suggerendole un consiglio del tutto spassionato. Napoli si è evoluta e si rapporta in tutto il mondo con la sua storia e la sua civiltà. Come il mondo ci ha ormai imparato a conoscere, esiste la parte buona e quella cattiva, ma ciò non vuol dire che bisogna fare di tutta un’erba un fascio. Esistono ancora gli ingenui come il sottoscritto, che continuano a credere nella bontà delle persone e concedere un’ulteriore possibilità al prossimo. Purtroppo, o per fortuna, ne siamo rimasti davvero in pochi.