Di Maio: “Se un Ministro dice una fesseria sulla scuola, chiede scusa”

Il Vice Premier Luigi Di Maio è intervenuto sulle risposte che il Ministro dell’Istruzione Bossetti ha fornito ai microfoni di NanoTV.

Ecco le parole del leader del Movimento 5 Stelle:

Se un Ministro dice una fesseria sulla scuola, chiede scusa. Punto. 
Venire in una delle aree più in difficoltà d’Italia a dire – usando il “voi” – che per ridurre il gap nelle scuole del sud “vi dovete impegnare di più” farebbe girare le scatole anche ad un asceta. Figurarsi gli insegnanti!

Caro Marco, siamo noi al Governo che evidentemente dobbiamo impegnarci sempre di più. Soprattutto sulla scuola, che richiede interventi storici per le condizioni veramente indegne in cui versano tante strutture. Ci sono genitori preoccupatissimi per lo stato degli edifici scolastici e ci sono studenti che fanno lezione in condizioni imbarazzanti. Siamo noi che dobbiamo fare di più e ogni cosa che faremo non sarà mai abbastanza.

Il personale della scuola fa un lavoro eccezionale da nord a sud. I docenti del sud, realtà che conosco bene, lavorano con il massimo impegno e fanno sacrifici da anni. Allo stesso tempo i fondi invece sono mancati. In nome dell’austerità hanno prevalso i tagli agli investimenti anche nell’istruzione e nella formazione dei nostri ragazzi. Questo Governo si è impegnato ad invertire questa tendenza, costi quel che costi. Ed è arrivato il momento di far parlare i fatti.

Bisogna iniziare a eliminare le “classi pollaio”, quelle dove alunni e insegnanti sono costretti a fare lezione in 30 – a volte anche di più – in un’aula, una piaga in particolare del sud. Questo è un modo anche per valorizzare le competenze degli insegnanti, oltre a fare stare meglio i ragazzi. Ed è solo il primo dei disegni di legge che dobbiamo portare a casa nei prossimi mesi. I miliardi di euro che abbiamo stanziato nel 2019 per l’edilizia scolastica devono essere solo l’inizio. I fondi per nuovi laboratori devono almeno raddoppiare. Quindi impegniamoci di più come Governo.

Tutto il Governo e tutto il Parlamento hanno solo da imparare da insegnanti, alunni, famiglie e tutto il mondo della scuola per come hanno resistito in questi anni a tutti i tagli e a tutti gli attacchi che hanno subito da parte dei vecchi Governi. Ci sono insegnanti che si svegliano alle 5 del mattino per preparare la lezione, per studiare e aggiornarsi, per conciliare i tempi del lavoro con quelli per la famiglia.

Loro sì che hanno diritto di dirci “impegnatevi di più”. Noi no!