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Frattamaggiore, stamattina sit-in di commercianti e artigiani in segno di protesta

Questa mattina dalle 10 sit-in di protesta per i commercianti e gli artigiani a Frattamaggiore per la crisi derivata dall’emergenza Coronavirus. Poca però l’affluenza dei lavoratori all’esterno del comune.

Ieri hanno consegnato anche le chiavi dei negozi perchè i piccoli imprenditori non riescono a sostenere i costi senza aver potuto lavorare nei giorni di lockdown.

Associazione Pizzaioli Napoletani APN, Bordo Commerciale Frattese, Diritti dei Commercianti Frattesi #uniticelafaremo hanno anche indirizzato una lettera al Presidente De Luca per motivare la loro protesta:

Preg.mo Governatore Dr. De Luca,
la nostra categoria, composta da commercianti e artigiani, gia’ colpita come altri dalla tremenda crisi economica del 2011 a tutt’oggi ancora in ripresa, si trova ad affrontare questo tremendo momento storico senza poter accedere ad alcun altro prestito ne reagire se non eseguendo quanto disposto dalle autorità. Nel rispetto di quanto sancito, ad oggi, tali provvedimenti non sono aderenti alle necessità odierne in quanto abbiamo bisogno di liquidità immediata a fondo perduto ed una burocrazia che non sia una zavorra utile solo a farci sprofondare prima. Nel merito, sono insufficienti i provvedimenti economici predisposti: 1400 euro per aprile e maggio e 2000 euro a fondo perduto messi da Lei a disposizione, serviranno solo a coprire una parte dei costi delle bollette. E tutto il resto? i contributi non annullati ma rimandati, l’iva, gli affitti dei locali, i versamenti delle fatture per le materie prime, i stipendi dei collaboratori e per finire i costi delle nostre famiglie. Come potremmo onorare tutto ciò senza lavorare? Ai blocchi di partenza, sono schierati concorrenti esteri pronti ad assorbire i nostri volumi di affari ed a seguire attività e clienti. Corrono e sono spietati come sempre perché beneficiare di una tassazione e sgravi fiscali più favorevoli. Le aziende hanno bisogno di tempo per ripartire, devono fare cassa diversamente da questi. Con tali presupposti, sarà un film che non avrà bisogno del secondo tempo perché sarà scontato il finale.

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La informiamo che molti di noi, non potranno accedere al finanziamento dei 25000 euro “decreto liquidità” perché già indebitati dal 2011. Ricordiamo bene quel tempo dove a seguito di una lunga crisi, fummo omaggiati dal governo con un’aumento smisurato delle tasse dirette e indirette anziché abbassarle. E poi ancora rifiniture come gli aumenti sulle utenze: ne è un esempio l’enel alla voce spese per “oneri di sistema” in vigore dal 01.01.2017 che raddoppio’ quasi gli importi e addirittura accresce in base ai consumi senza distinzione tra piccole e grandi società, insomma, una simpatica polpetta avvelenata infilata in bolletta. Per iniziare, non sarebbe il caso di eliminarla visto che era una misura temporanea a tutt’oggi ancora li in buona salute su un conto che cresce a dismisura?

Per non parlare del costo del carburante, che arrivò quasi a 200 dollari al barile e nulla venne fatto a decremento di questo prodotto dove lo stato assorbe oltre il 70% delle tasse ed un offerta migliore, donerebbe ossigeno immediato.
Ricordiamo bene quel periodo Sig. Presidente, quando ogni giorno un imprenditore si toglieva la vita non solo per la disperazione, ma per la vergogna, ponendo fine indirettamente anche a quella dei loro dipendenti, familiari e l’indotto.

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Lo ricorda anche lei? Le ricordiamo ancora che dove lo Stato tace, l’antistato avanza proponendosi con prestiti economici che forse mai più potremmo restituire se non cedere le nostre imprese.

Uno Stato che vuole veramente aiutare le aziende, dopo averle chiuse per decreto se ne fa carico. Sarebbe bastato rendere figurative le tasse da aprile a giugno, dare un contributo a fondo perduto per farci uscire dalla sala rianimazione dove ci troviamo intubati. Questo chiediamo, insieme ad un taglio della burocrazia che renda prontamente operativi i provvedimenti. Diversamente, non possiamo aprire e comunque destinati a chiudere senza interventi immediati!
Dr. De Luca, speriamo che le nostre voci possano arrivare al suo “Cuore” prima che alla sua penna.