Reset e ripartenza: e se il mondo post-pandemia ripartisse proprio dall’ambiente?

In questa fase post emergenza non possiamo negare di esserci trovati dinanzi ad un globale reset di tutte le più diffuse abitudini, attività, stili di vita. Gli stessi che in questa fase di ripartenza dovranno essere pian piano riconquistati. Ma la questione principale è: da dove sarebbe meglio ripartire?

Proprio perché le attività di quasi tutti i settori hanno subito uno stop durante il lockdown, ora potrebbe essere il momento giusto per dare una spinta propulsiva alla lotta contro il cambiamento climatico e a favore della sostenibilità ambientale.

È notizia fresca che l’inverno appena trascorso abbia fatto registrare una temperatura di diversi grandi in più sopra la media (3,4°) tanto da passare alla storia come uno dei più caldi.

Per correre ai ripari prima che sia troppo tardi sono state adottate su più fronti misure tese a una maggiore sostenibilità ambientale.

Prime a muoversi sono state le Istituzioni, che tutt’ora incoraggiano il proseguimento dello smart working anche durante la Fase 2, oltre a lanciare incentivi per l’incremento della mobilità alternativa, con un occhio di riguardo alla due ruote.

A questo proposito molte città si sono già attivate per l’estensione delle proprie piste ciclabili di svariati chilometri. Anche in Italia è in arrivo un nuovo Decreto Clima che
sosterrà l’acquisto e l’utilizzo della bicicletta, soprattutto nelle aree urbane fortemente popolate.

Cambi di rotta rapidi che da un lato promettono posti di lavoro, aria più pulita e migliore qualità della vita e allo stesso tempo scoraggiano fortemente la ripresa di tutte quelle pratiche ancora altamente inquinanti, come quelle impiegate dai grandi gruppi industriali.

Proprio questi ultimi stanno accarezzando sempre più da vicino la possibilità di decarbonizzare i loro processi produttivi, rivolgendo lo sguardo verso le energie alternative.

Non sono gli unici però a interessarsi alla decarbonizzazione e alla lotta contro i cambiamenti climatici.  Anche i grandi gruppi aziendali del mondo creditizio e finanziario lo stanno facendo.

Prima fra tutti ING che ha predisposto, in tempi non ancora “sospetti”, un piano articolato in 10 iniziative concrete contro il climate change, secondo quanto si
apprende dalle stesse ING news.

Il #10Things, come è stato battezzato dal colosso olandese, include in primis proprio un abbattimento dei finanziamenti a favore di quelle aziende ancora pro-
carbon fino ad un totale azzeramento nel 2025.

Tali risorse verranno invece rivolte alle imprese più green, con una maggiore semplificazione anche nei processi di ottenimento crediti. Non solo, la società ha riservato un pacchetto di ben 600 miliardi a favore del Progetto Terra, volto proprio a ridurre il surriscaldamento globale.

Il gruppo olandese si dimostra attivo pure in casa propria, con un adeguamento marcatamente eco friendly degli ambienti in cui ha sede il quartier generale della società, tanto da raggiungere il massimo rating in termini di sostenibilità edile.

Tendenza confermata anche dai finanziamenti rivolti all’edilizia olandese, con un maggiore dispiego di investimenti a favore delle costruzioni green.