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Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: chiuse le indagini per 120 indagati

La Procura sammaritana, diretta da Maria Antonietta Troncone, ha depositato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di 120 persone, tra poliziotti della Penitenziaria e funzionari del Dap accusati a vario titolo dei reati di tortura, commessi il 6 aprile del 2020, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. I reati contestati sono tortura, lesioni, abuso d’autorità, falso in atto pubblico, e cooperazione nell’omicidio colposo di un detenuto algerino, Hakimi Lamine, deceduto in carcere il 4 maggio 2020.
Tra gli indagati che rispondono di cooperazione in omicidio colposo figurano l’allora comandante della Polizia Penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere Gaetano Manganelli, l’ex provveditore regionale del Dap Antonio Fullone (tuttora sospeso), e quegli agenti che erano nel reparto di isolamento.

Antonietta troncone, in una nota, ha spiegato: “In considerazione dell’elevato numero delle persone offese, che sono 177, si è disposti di procedere alla notificazione per pubblici annunzi, con conseguente deposito dell’atto nella casa comunale di Santa Maria Capua Vetere, l’inserimento, per estratto, nella Gazzetta Ufficiale, e la pubblicazione sul sito della Procura della Repubblica sei Santa Maria Capua Vetere”.

Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari sono stati elevati 87 capi di imputazione. Tutti i delitti risultano aggravati dall’aver agito per motivi abietti o futili, con crudeltà, con abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti la funzione pubblica, con l’uso di arma (i manganelli).