Emanuele Sibillo ES17 altarino

Altarino al baby boss Emanuele Sibillo: indagati i genitori

I genitori di Emanuele Sibillo, il baby boss ucciso in un agguato di camorra nel 2015, sono indagati per associazione mafiosa, violenza privata ed estorsione per l’altarino che era stato posizionato nel cortile dello stabile dove vivono: con un busto del ragazzo e l’urna delle ceneri, per gli inquirenti serviva ad alimentare la leggenda di “ES17” ed era simbolo del potere del clan.

I genitori di Emanuele Sibillo sono indagati dalla Direzione Distrettuale Antimafia per estorsione, violenza privata e associazione mafiosa in concorso. Il procedimento ruota intorno all’altarino con le ceneri del baby boss di camorra, rimosso ad aprile: allestito in uno spazio comune nel cortile interno dello stabile dove risiede la famiglia, al civico 26 di via Santissimi Filippo e Giacomo, nel centro storico di Napoli.

Emanuele Sibillo è stato ucciso in un agguato nel 2015. La sua morte aveva lanciato la mitizzazione della sua figura: il ragazzo, 20 anni non ancora compiuti, che in quel momento aveva smesso di essere Emanuele Sibillo e nell’agiografia di camorra era diventato ES17.

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