Comitato Liberazione Camorra

Documento di costituzione del Comitato di liberazione dalla camorra – Area Nord di Napoli

“Non chiamateli più Comuni dell’hinterland di Napoli. Afragola, Arzano, Caivano, Casalnuovo, Casandrino, Casoria, Frattamaggiore, Melito fanno parte della Città metropolitana di Napoli. L’area Nord di Napoli è Italia, è Europa. Un filo rosso unisce questi territori per troppo tempo abbandonati a loro stessi. Qui accade che spesso la democrazia è sospesa. Consigli comunali più volte sciolti per infiltrazioni mafiose, storie di corruzione, di malaffare, di clientelismo, apparati amministrativi e personale ridotti ai minimi termini, classe dirigente inadeguata, partiti politici rarefatti e società civile sfiduciata. In pratica, ci sono interi territori diventate terre di nessuno, terre dei fuochi dove le popolazioni sono private dei loro diritti costituzionali. Non si può più restare affacciati alla finestra ed aspettare. Non si può più assistere rassegnati. Lo Stato, spesso, sembra costretto ad alzare bandiera bianca. Magistratura e forze dell’ordine sono impegnate, rispetto agli organici e ai mezzi, in un costante sforzo di controllo, prevenzione e repressione dei crimini.

I clan storici della camorra sono in disfacimento, i nuovi gruppi emergenti appaiono più violenti e bellicosi. In alcune porzioni di territorio hanno una presenza pervasiva ed esercitano, con il monopolio della violenza, un controllo capillare condizionando la vita di intere comunità. Non è un caso se gli agglomerati del Parco Verde di Caivano, quelli del quartiere Salicelle di Afragola dove addirittura mancano i nomi delle strade, i palazzoni della ‘167’ di Arzano e quelli della ‘219’ di Melito rappresentano vere e proprie roccaforti dove non sventola la bandiera italiana. Interi condomini sono ostaggio dei criminali, famiglie perbene finiscono sotto minaccia. Perfino per poter fare la spesa oppure allontanarsi temporaneamente dalla propria abitazione si deve incassare il placet del boss di turno. I fabbricati e le abitazioni di edilizia residenziale pubblica sono irrigimentate con cancelli, porte di ferro, feritoie e blindature per consentire il ‘tranquillo’ smercio delle sostanze stupefacenti e impedire il sopraggiungere delle forze dell’ordine. Le ultime inchieste della magistratura e i blitz hanno certificato come, in seguito alla chiusura delle ‘piazze’ di spaccio del quartiere Scampia, le attività di vendita degli stupefacenti si siano spostate prevalentemente nei Comuni dell’area Nord di Napoli. Opifici organizzati che arruolano manovalanza e impiegano disperati. Comitato Liberazione Camorra

Il welfare criminale garantisce stipendi, paghe, assegna abitazioni, crea consenso e cerca di condizionare il voto. Il clima è da coprifuoco generalizzato. A luglio scorso un ‘gruppo di fuoco’ in sella a scooter e moto armati di fucili a canne mozza, pistole e Kalashnikov ha esploso, a non molta distanza dalla Chiesa San Paolo Apostolo del Parco Verde, 26 colpi di diverso calibro. Tanto da indurre Padre Maurizio Patriciello, a sospendere tutte le attività estive ricreative rivolte ai bambini e ai ragazzi del quartiere. Se ad Afragola e Casoria, il fragore degli ordigni, le saracinesche divelte, le vetrine in frantumi rappresentano in modo visibile la violenza del racket delle estorsioni, ci sono altre realtà dove solo apparentemente non accade nulla. Qui il dominio della camorra dei colletti
bianchi è pressoché totale. Anzi, è una camorra più evoluta, più mafiosa con una spiccata capacità di infiltrazione nei gangli della pubblica amministrazione, nel tessuto economico- imprenditoriale-commerciale e capace di esprimere una propria rappresentanza politica. Comitato Liberazione Camorra

Non è un caso se nella maggior parte dei Comuni della Città metropolitana di Napoli, addirittura il Piano Urbanistico Comunale (PUC) non sia stato approvato. Gli osservatori certificano come la Campania sia ai primi posti in Europa come consumo indiscriminato del suolo e i Comuni del napoletano detengano il record di metri cubi di cemento per abitante. Non parliamo dell’edificazione delle abitazioni abusive di necessità ma di costruzioni di palazzi, villette a schiera, edifici, capannoni sorti con un sapiente lavoro sartoriale tra cavilli, leggi da interpretare e normative dimenticate. Punti delicati risultato gli uffici urbanistici ed i settori dell’urbanistica dei Comuni. Con il trucco dei cambi di destinazione d’uso, delle modifiche in corso d’opera e della destinazione di spazi ad edilizia sociale si sono intensificate le nuove costruzioni e legittimato le azioni delle ‘lobby del mattone’. Sono così sorti nuovi quartieri sprovvisti di tutti i servizi compresi gli impianti fognari. Non
è un caso se a Pomigliano d’Arco, Casalnuovo, Frattamaggiore, Volla sono scattati numerosi sequestri di interi edifici. Dovremmo fare nostro e declinare il pensiero di Peppino Impastato quando diceva: ‘Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore’. Comitato Liberazione Camorra

Insegnare la bellezza delle nostre terre, il contrasto ai delitti ambientali, pretendere le bonifiche, esercitare il diritto di respirare aria pulita, il diritto di difendersi dagli speculatori, dagli inquinatori, il diritto a vivere e non avere 3 anni per sempre. La camorra è il problema più drammatico della nostra terra e ne condiziona tragicamente la vita quotidiana e le possibilità di normalità e di sviluppo. È una guerra. Bisogna resistere e combattere insieme. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di costituire il Comitato di liberazione dalla camorra dell’Area Nord di Napoli aperto alle associazioni della società civile impegnate sui territori, ai singoli, a quanti, nelle istituzioni e nei partiti, condividono la necessità di mettersi insieme, fare rete, ed elaborare una serie di obiettivi da rivendicare ai tavoli istituzionali sul terreno della repressione dei crimini. Siamo anche consapevoli del bisogno di ridurre le diseguaglianze, le ingiustizie sociali. Dobbiamo interrompere il sistema criminale, offrire le opportunità di lavoro, di formazione, di cultura che i giovani hanno altrove. Vogliamo percorrere un pezzo di strada insieme, schierati contro il potere e la cultura camorrista. Bisogna parlare agli indifferenti, ai distratti, a chi legittimamente ha paura, a chi ha perso la speranza che le cose possano davvero cambiare. Non c’è alternativa.

I territori hanno bisogno di sicurezza e le divise da sole non bastano. Il fabbisogno di educatori, maestri, asili nido, scuole, corsi di formazione, avviamento al lavoro dev’essere commisurato al principio di realtà e alla situazione di contesto. La cronica carenza di spazi e luoghi di socialità, d’incontro e di cultura, può e deve cessare anche grazie alle opportunità offerte dal PNRR, con interventi di rigenerazione urbana in grado di cambiare il volto di questa grande area della Città metropolitana di Napoli e con un imprescindibile protagonismo dal basso. Per questo guardiamo con fiducia alla proposta del Patto Educativo per la Città Metropolitana lanciata dall’Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia a cui aderiamo volentieri. Due percorsi paralleli, che si arricchiscono reciprocamente, che guardano all’oggi e al domani, e che hanno bisogno dell’impegno di tutti per il bene comune”.

GROSSI ASSICURA E FINANZA