Frattaminore

Frattaminore al centro di una guerra di camorra, da dove arriva e chi sono i protagonisti

La città di Frattaminore vive ore di paura, diventata improvvisamente territorio di guerra di camorra.

L’epurazione all’interno dei clan della 167 di Arzano si è propagata fino alla zona atellana. Come spesso accade nella realtà criminale, chi un tempo era alleato improvvisamente diventa il nemico da eliminare. È quello che è successo tra i Monfregolo e i Cristiano, una costola degli Amato – Pagano, noti alla cronaca come gli Scissionisti di Scampia.

Il 24 novembre segna l’inizio della guerra, con l’agguato al Roxy Bar ad Arzano, dove venne ucciso Salvatore Petrillo, nipote di Pasquale Cristiano. Inizia così la fuga dei Cristiano da Arzano in direzione Frattaminore. Perché qui hanno trovato riparo presso i Mormile, cosca locale imparentata con i Cristiano. La fuga non ha placato i Monfregolo che con l’appoggio del clan Ullaro-Pezzella, interessati anche loro al territorio di Frattaminore e Frattamaggiore, danno la caccia ai loro rivali giorno e notte. Questa alleanza è stata in qualche modo certificata dopo il ritrovamento presso un affiliato degli Ullaro – Pezzella a Cardito, di un paio di ordigni imbottiti di chiodi.

Tra bombe piazzate non solo a notte fonda, auto crivellate di proiettili e ronde armate che girano per le strade della città in cerca dei rivali, ci sono i cittadini onesti. Che insieme alle autorità cittadine come il Sindaco, Giuseppe Bencivenga o un frattaminorese doc come Don Maurizio Patriciello, attendono risposte dallo Stato. Lo stesso Stato però che dopo un arresto in grande stile ad Afragola, ha disposto poche settimane fa la scarcerazione di Giuseppe Monfregolo.

Una situazione paradossale con una città ostaggio della criminalità organizzata.

Raggio di Sole Cooperativa