ARZANO

Arzano: il Prefetto diffida il Comune, rischio scioglimento

Arzano – Si addensano nubi sempre più scure sul Municipio di Arzano, il Prefetto di Napoli, Claudio Palomba, ha firmato una diffida che fa riferimento alla mancata delibera da parte del consiglio comunale circa il rendiconto di gestione relativo all’esercizio finanziario 2021.

L’amministrazione della Sindaca, Cinzia Aruta, avrà 20 giorni di tempo dalla notifica per correre ai ripari. “Diffida il Consiglio Comunale di Arzano all’approvazione del rendiconto di gestione relativo all’esercizio finanziario 2021, nel termine massimo di 20 (venti) giorni decorrenti dall’ultima data di notifica del presente provvedimento ai singoli Consiglieri, significando che, in mancanza, saranno attivati i poteri sostitutivi di cui all’art. 141, comma 2, del D. Lgs 18 agosto 2000, n. 267 ed avviata la procedura per lo scioglimento del Consiglio Comunale” si legge nel provvedimento del Prefetto. La mancata approvazione porterebbe allo scioglimento del consiglio comunale.

In un post pubblicato su Facebook, la giornalista Marilena Natale ha sottolineato alcune criticità che riguardano l’amministrazione comunale arzanese: A circa 8 mesi di amministrazione a guida della sindaca Vincenza Aruta, molti dei problemi evidenziati negli atti degli scioglimenti per camorra sono ancora tutti lì che aspettano. E a questo punto, giusto per essere chiari, non vale nemmeno la scusante del nuovismo politico visto che come primo atto (anche se previsto dalla legge) vi è stato l’aumento dello stipendio per sindaca e assessori e relativa determina di recupero degli arretrati.

In primis, nota alquanto dolente, la discutibile assenza di provvedimenti amministrativi nei confronti dell’attuale vice comandante della Polizia locale, Angela Errichiello, condannata in primo grado a 2 anni e 10 mesi di carcere senza condizionale della pena per reati gravissimi contro la pubblica amministrazione (truffa pluriaggravata in concorso e falsa attestazione in servizio) proprio nelle vesti di pubblico ufficiale. E a nulla vale raccontare delle omissioni o dell’assenza di atti pregressi beandosi su responsabilità di altri, basta leggersi le linee guida dell’Anac o la legge Madia. E su questo punto a nulla valgono le “passeggiate” nei palazzi di governo, visto che la dirigente ad oggi ricopre lo stesso ruolo con il pericolo di poter reiterare il reato o inquinare le prove.

Perplessità anche sulla gestione da parte di soggetti legati al clan della 167 attraverso i fratelli Alterio (tutti arrestati) e dei fiorai abusivi, dell’area esterna al cimitero. Ma chi deve controllare? Perché il comune non da in gestione al consorzio l’area così da regolamentare la presenza di venditori e scongiurare il “pizzo” nascosto dei parcheggiatori abusivi che, non è invero pensarlo, potrebbero fare da cassa di risonanza per il clan dato che così come riportato nell’OCC dei 29 arrestati, nel cimitero le imprese pagavano tutte il racket.

Anche sulla gestione delle pompe funebri e la presenza di esponenti del clan Ferone a gestire i funerali, è una situazione alquanto grave. Cosa si aspetta ad avviare i dovuti controlli visto che la sindaca, legittimata dal voto popolare, oltre al regolamento di Polizia mortuaria adottato dal comune assume, sia il ruolo di autorità sanitaria che di pubblica sicurezza?