Ventiduenne denunciato per resistenza,il video virale sui social. Il commerciante cinese fermato accusa, “vittima di razzismo”

E’ stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e per non aver ottemperato all’ordine di esibizione del permesso di soggiorno o di altro documento di identificazione il commerciante di origine cinese di 22 anni protagonista di un video diffuso sui social – e divenuto virale nel giro di poco tempo – che ritrae la sequenza del suo fermo ad opera di due agenti di polizia a Frattamaggiore.

Giovedì pomeriggio gli agenti del commissariato di Frattamaggiore, durante il servizio di controllo del territorio, sono intervenuti all’esterno di un esercizio commerciale di via Fiume per la segnalazione di una lite. I poliziotti, giunti sul posto, sono stati avvicinati da una donna la quale ha raccontato che, poco prima, aveva avuto un diverbio con una dipendente del negozio poiché il figlio aveva rotto accidentalmente una bomboniera. Gli operatori hanno preso contatti con il responsabile dell’attività commerciale il quale, durante le fasi dell’identificazione, si è rifiutato più volte di fornire le proprie generalità e, non senza opporre resistenza, è stato accompagnato negli uffici di polizia dove è stato identificato.

La versione del commerciante di origine cinese, ma che rivendica di essere nato in Italia, è affidata ai social. “Ieri una signora – scrive Chen su Instagram – ha rotto un accessorio di proposito nel mio negozio, non voleva pagarlo, ha chiamato la polizia di Frattamaggiore. Mi hanno chiesto i documenti, che non avevo con me, ma a casa, avevo soltanto la foto sul cellulare, non l’hanno voluto dicendo che i documenti sul cellulare degli stranieri possono essere falsificati. Sarei entrato in auto senza esitare se non mi fosse stata esplicitata una differenza razziale. Sono stato aggredito e costretto con le manette ad entrare in auto, neanche avessi commesso chissà quale reato”.

A generare il dibattito social è la versione resa dal giovane che accusa di essere stato vittima di razzismo da parte dei tutori dell’ordine.