Energia: le proposte dei partiti

di Martina Orecchio – Ad un passo dalle elezioni del 25 settembre, le forze politiche scese in campo hanno presentato nei rispettivi programmi elettorali proposte riguardo a temi cruciali che dovranno essere affrontati come urgenza.
Energie rinnovabili, nucleare, sostegni all’agricoltura, fonti fossili, incentivi fiscali per la transizione ecologica, gestione dei rifiuti, protezione della biodiversità, economia circolare, crisi climatica: questi i punti toccati da tutti i programmi dei partiti.

Il Partito democratico

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Il Pd  immagina una riforma fiscale “che promuova gli investimenti delle imprese e delle famiglie a difesa del Pianeta e del clima e renda economicamente vantaggioso accelerare la transizione ambientale, attraverso la revisione e la stabilizzazione degli incentivi per la rigenerazione energetica e sismica degli edifici e l’estensione del piano ‘Transizione 4.0’ agli investimenti green delle imprese”. Sempre in tema di energia, il Pd immagina “un piano nazionale per il risparmio energetico e interventi finalizzati ad aumentare drasticamente la quota di rinnovabili prodotte in Italia, anche attraverso lo sviluppo delle comunità energetiche, con l’obiettivo di installare 85 GW di rinnovabili in più entro il 2030. Un obiettivo ambizioso ma realistico che porterà, secondo alcune stime, alla creazione di circa 500mila nuovi posti di lavoro”.

Trasporti
Il Pd propone di “accelerare gli investimenti infrastrutturali che favoriscano il passaggio del trasporto delle merci dalla gomma al ferro e all’acqua e il completamento della sostituzione del parco circolante del trasporto pubblico locale con mezzi a zero emissione e ibridi. Vogliamo incentivare l’installazione di almeno 100mila colonnine elettriche e di 30mila punti di ricarica rapida entro il 2027 e lo sviluppo di tecnologie per lo stoccaggio di energia lungo le autostrade e la rete viaria principale e secondaria”.

“Vogliamo sviluppare le infrastrutture necessarie a collegare il nostro Paese con le grandi reti di trasporto transeuropee e i nodi multimodali, completare le tratte ferroviarie ad alta velocità e alta capacità già programmate e potenziare il piano sulle linee regionali, completando i raddoppi e l’upgrading tecnologico. Vogliamo migliorare i collegamenti lungo i corridoi est-ovest e tra le aree più industrializzate del Paese, sulle fasce costiere, tra le aree più prossime alle grandi infrastrutture e le aree periferiche e interne. Con la riqualificazione delle strade secondarie, il recupero delle linee ferroviari regionali e minori, lo sviluppo della mobilità ciclabile e pedonale nelle nostre città. Proponiamo, inoltre, strumenti per incentivare la mobilità sostenibile, sia introducendo il trasporto pubblico locale gratuito per giovani e anziani, sia incentivando, per le altre categorie, schemi di sconto sul prezzo del servizio di trasporto sostenibile legati all’intensità dell’uso del mezzo, misurata dal biglietto elettronico”.

Il programma del Movimento 5 stelle

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Il Movimento 5 stelle (M5s) che fa capo all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte propone una “società 2.000 Watt” per “un modello sostenibile di consumo energetico per ridurre le emissioni annue di gas serra”. A tale scopo, in ottica di risparmio, si propone la “stabilizzazione delle agevolazioni edilizie (superbonus) per permettere la pianificazione degli investimenti sugli immobili e continuare a migliorare i livelli di risparmio energetico e di conseguenza risparmiare sulle bollette”. Affiancato ad un “superbonus energia imprese”. Si chiede poi di semplificare le procedure per la creazione di impianti rinnovabili e una revisione del sistema di formazione del prezzo del gas, con uno sganciamento dal mercato olandese. Si propone quindi lo stop a nuove trivellazioni e a nuovi inceneritori.

Trasporti
Il M5s chiede un piano per “infrastrutture interconnesse e mobilità interzonale sicura”, “smart road” e “uso agevolato dei mezzi elettrici, a idrogeno e a combustibili alternativi originati da fonti rinnovabili”. Nonché una “riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra attraverso la riconversione del parco auto privato”, l’introduzione “del biglietto unico integrato” e l’istituzione di una “una cabina di regia per promuovere e sviluppare ‘l’economia del mare’, con la riorganizzazione del settore marittimo-portuale e il miglioramento del sistema di interconnessioni tra porti, reti stradali e ferroviarie”.

Il programma di Azione – Italia viva

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Il programma di Azione e Italia viva (Iv) prevede la costruzione di “due rigassificatori galleggianti che consentano l’importazione di gas naturale liquefatto in sostituzione di quello russo”. Quindi l’aumento della produzione di gas a livello nazionale e un tetto al prezzo su quello importato. Poi il rafforzamento della strategia sulle energie rinnovabili, ma anche lo sviluppo di un’industria nucleare in Italia, con la costruzione di reattori e centrali. “Generare tutta l’energia elettrica necessario al 2050 con sole tecnologie rinnovabili – ritengono i due partiti – richiederebbe impianti eolici e fotovoltaici, sistemi di accumulo di breve e lungo termine, reti elettriche e conseguente occupazione di suolo in misura almeno tripla rispetto a un mix ottimale con rinnovabili e nucleare.

Trasporti
Secondo i partiti di Carlo Calenda e Matteo Renzi, per ridurre le emissioni nel settore dei traporti “innanzitutto, è necessario ringiovanire il parco mezzi, ripristinando il super e iper-ammortamento al 130 per cento e 140 per cento, destinato alla progressiva sostituzione delle flotte con mezzi meno inquinanti per il trasporto merci. Per favorire il trasporto su ferro bisogna investire 8 miliardi di euro al fine di integrare le reti ferroviarie italiane nei corridoi europei: dovranno realizzarsi 5.100 chilometri di binari per consentire il transito dei treni merci più lunghi (750 metri)”.

Il programma di Forza Italia

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Anche Forza Italia propone investimenti “per supportare la realizzazione di impianti per le energie rinnovabili (energia eolica, solare, idroelettrica e pelagica, geotermica e bioenergia)”. Assieme alla “semplificazione per l’installazione di impianti fotovoltaici sugli edifici privati” e ad un “piano nazionale per dotare tutti gli edifici pubblici di impianti fotovoltaici e alleanza con mondo agricolo per installazione impianti fotovoltaici ed eolici”. Al contempo, il partito di Silvio Berlusconi è favorevole al “mininucleare pulito di quarta generazione e alla ricerca sul nucleare pulito a fusione”. Nel programma figurano poi il “raddoppio della produzione di gas nazionale per compensare la netta riduzione delle importazioni dalla Russia. Installazione su tutto il territorio nazionale di impianti fotovoltaici ed eolici e rafforzando lo strumento delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo collettivo anche per le grandi aziende. Investimento di risorse nell’energia del futuro: idrogeno blu e verde, biocombustibili e biocarburanti, agroenergie, biometano, biomassa”.

Trasporti
Forza Italia propone il “miglioramento delle infrastrutture per trasporto e turismo al servizio del Mezzogiorno e di aree isolate, montane, insulari e costiere”. Nonché la “realizzazione dell’alta velocità ferroviaria lungo la dorsale adriatica e tirrenica” e un “massiccio cambio generazionale del parco dei veicoli pubblici e del settore produttivo favorendo l’utilizzo dei biocombustibili per il trasporto accanto alla mobilità elettrica, nel lungo periodo”.

Il programma di Fratelli d’Italia

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Fratelli d’Italia propone il “contrasto alle speculazioni finanziarie sui costi delle materie prime e istituzione di un tetto europeo al prezzo del gas per contenere l’importo delle bollette energetiche”. Il programma parla poi di “creazione di nuovi gasdotti, a partire dal collegamento con la Spagna, e potenziamento di quelli esistenti. Diversificazione delle fonti energetiche attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture strategiche, come i rigassificatori, e sfruttamento delle risorse presenti sul nostro territorio a partire dai giacimenti di gas”. Nonché investimenti nella “ricerca sul nucleare di ultima generazione”. E un “deciso aumento, in linea con gli obiettivi internazionali e del Pnrr, della produzione di energia da fonti rinnovabili sburocratizzando le procedure autorizzative e avviando il sistema delle comunità energetiche”.

Trasporti
Il partito di Giorgia Meloni propone di “potenziare il trasporto pubblico locale di linea, anche favorendo il ricambio ecologico del parco mezzi, e non di linea, attraverso una chiara distinzione tra i servizi taxi e Noleggio con conducente (Ncc) e una nuova disciplina sulle app tecnologiche operanti nel settore. Prevedere interventi destinati alle persone con disabilità, garantendo loro il diritto alla mobilità”. Ma al centro del piano c’è anche lo sviluppo del sistema aeroportuale.

 

Il programma della Lega

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La Lega afferma nel suo programma di voler puntale sulle rinnovabili ma precisa che “occorre avere la consapevolezza però che fotovoltaico e eolico hanno dei limiti, non solo perché hanno una bassa densità energetica ma soprattutto perché sono tecnologie non programmabili che dipendono dalle condizioni meteo e dai cicli stagionali; pertanto, nel proseguire lo sviluppo delle rinnovabili occorre prestare sostegno e sviluppo anche alle altre tecnologie quali idroelettrico, geotermia e bioenergie”.

Il partito di Matteo Salvini propone lo sviluppo di un nuovo parco nucleare, basato anche su “nuovi reattori nucleari di piccola taglia basati su tecnologia a maggiore sicurezza intrinseca, che in virtù delle loro ridotte dimensioni, flessibilità e modularità garantiscono una migliore e più agevole localizzazione rispetto ai tradizionali impianti nucleari”.

Trasporti
La Lega vuole investire nel porto di Civitavecchia, nella dorsale ferroviaria adriatica, nel collegamento ferroviario Milano-Ventimiglia, nei terminal di Busto Arsizio, Fernetti, Segrate, Santo Stefano di Magra, Pordenone e nel completamento del corridoio trans-europeo tra Berlino e Palermo con la realizzazione della continuità territoriale tra Sicilia e Calabria (il celebre, discusso e mai realizzato ponte sullo Stretto). Si punta poi a rimandare il divieto di vendita di autoveicoli a benzina o diesel entro il 2035, “o almeno mitigare gli impatti sulla filiera produttiva e sul consumatore finale, attraverso incentivi specifici”, e a “sostenere la modernizzazione del sistema autostradale”.