E’ scoccato lo start on della Legislatura n. 19

di Biagio Fusco – Here we go (dicono gli americani !), eh sì, è scoccato lo start on della Legislatura n. 19 targata FDI. I più e ben informati osano sbilanciarsi persino sulla previsione di giuramento della prossima squadra di governo, scommettendo sulla fine di ottobre 2022 (è doverosa la specificazione dell’anno, considerato che il Conte I in versione gialloverde vide la luce soltanto a distanza di oltre 90 giorni dalla conclusione dello scrutinio di voto). Ad ogni modo, la prima tappa del cronoprogramma di adempimenti di rito e procedure burocratiche di insediamento è già segnata sul calendario al giorno 13 del corrente mese, data in cui verranno convocati in prima seduta i due rami del Parlamento. E sarà un vero nuovo battesimo per entrambe le aule legislative, visto che, per la prima volta dall’entrata in vigore della nostra Carta ad oggi, la composizione dei loro membri, fortemente rimaneggiata nei numeri per effetto delle modifiche costituzionali introdotte dalla recente riforma attuata con la legge cost. n. 1/2020, si confronterà nei fatti concreti con il tanto atteso taglio complessivo degli eletti, cioè di ben 345 seggi. Ci saranno molti posti vacanti e finalmente non si darà la colpa all’assenteismo di onorevoli e senatori. Lo “ schedule plan ” proseguirà quindi con il rilevamento delle impronte digitali, con lo scatto delle foto destinate ai tesserini, con i recapiti personali e le informazioni per ricevere le indennità economiche, dopo di che si procederà alla elezione dei Presidenti dei due consessi. In Senato la fumata bianca potrebbe essere più celere. E’ prevista infatti la scansione di due turni di votazioni a maggioranza assoluta dei componenti, con la terza ne sarà sufficiente una semplice e laddove andassero tutte quante non a buon fine, la quarta si svolgerà con ricorso al ballottaggio tra i candidati che al terzo scrutinio avranno raccolto più indicazioni di voti. Per eleggere il “ primo inquilino di Montecitorioci vorrà una maggioranza invece di due terzi nelle prime due votazioni (la seconda includerà nel quorum anche le schede bianche) e poi dalla terza in avanti basterà arrivare alla maggioranza assoluta. Sarà la volta del Capo dello Stato al quale,  dopo la nomina elettiva dei capigruppo, toccherà intervenire ufficialmente con l’affidamento dell’incarico al “ Primo Ministro in pectore ”, il cui nome gli verrà suggerito ovviamente dalle forze politiche che hanno vinto le ultime elezioni, avendo ottenuto il maggior suffragio popolare lo scorso 25 settembre e dunque rappresentando maggioranza assoluta nel Paese. Costui o Costei avrà il compito ambito e per certi versi anche amaro di individuare il prossimo team di ministri, che lo/la affiancheranno nell’esecutivo di Governo e che saranno chiamati a dare un forte segnale di rinnovato imprinting politico ai dicasteri che rispettivamente verranno loro assegnati. La prima seduta delle due assemblee sarà presieduta dai membri anziani. A palazzo Madama in lista  figura Giorgio Napolitano, ma, date le sue precarie condizioni di salute, è più probabile che sia la senatrice Liliana Segre a tagliare il nastro inaugurale e a dare avvio ai lavori in aula. Alla Camera dei deputati, invece, l’onere resta in capo al vicepresidente con maggiore anzianità anagrafica e che appartiene alla passata legislatura, ovviamente se eletto. In caso contrario, si passerà al vicepresidente più anziano delle passate legislature, in alternativa al “ decano “. Come impone il protocollo ed il cerimoniale, Mattarella potrà dunque convocare nella Sala della Vetrata presso il Quirinale nel loro pieno titolo la seconda e la terza carica dello Stato, a seguire gli ex presidenti della Repubblica ancora in vita, per poi concludere con la rassegna delle compagini politiche, a cominciare da quelle che hanno ottenuto una minore rappresentanza di eletti in Parlamento fino ai gruppi più nutriti ed accreditati dalle urne popolari. Al termine delle consultazioni, il Premier delegato con mandato esplorativo, rilevate le condizioni che possano portare alla formazione di un governo stabilmente ancorato ad una maggioranza che rifletta la volontà degli italiani, relaziona al Capo dello Stato sull’andamento manifestato dalle stesse e sulle ragioni del suo personale convincimento, che lo porterà al solenne giuramento insieme ai suoi ministri nella consueta formula: ” Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione “. Le ultime a costituirsi saranno poi le Commissioni parlamentari permanenti. Il Senato ha già emendato il proprio regolamento interno, abbassandone il numero da 14 a 10 in virtù della riduzione dei componenti le Camere. Secondo le previsioni avallate dal parere degli esperti costituzionalisti, sorgeranno inevitabili criticità sempre in termini di  numeri nella formazione e funzionamento operativo delle commissioni bicamerali. Sarà da subito attivo il Copasir, un organismo temporaneo fatto di membri rieletti del comitato precedente. Gli impegni di programmazione in agenda sono veramente tanti ed improrogabili, dalla implementazione di una commissione speciale che esamini il terzo decreto aiuti varato da Mario Draghi e dia pareri al Pnrr, alla legge di bilancio da approvare entro fine anno, fino alla prospettiva futura dei conti pubblici.

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