Napoli da record, ma vietato parlare di scudetto. Tricolore atteso da 33 anni, Spalletti predica la calma

“La capolista se ne va” hanno cantato i tifosi del Napoli nello stadio ‘Maradona’ al termine della partita con la Roma. Ed effettivamente gli azzurri, approfittando della frenata del Milan, hanno aumentato il vantaggio sulla seconda in classifica (che ora è l’Inter) di una lunghezza, portandolo da 12 a 13 punti.

Dopo l’ennesima vittoria nello scontro diretto con una delle cinque più immediate inseguitrici, che certifica un record assoluto (nessuna squadra aveva mai raccolto 13 punti di vantaggio sulla seconda in classifica alla prima giornata del girone di ritorno) c’è grande entusiasmo in città, ma anche una forma di pudore ammantato di scaramanzia che suggerisce ai tifosi di non parlare troppo esplicitamente di scudetto. Il tricolore manca dal 1990 – era l’epoca dominata da Maradona – e le delusioni e le speranze disattese nel corso di questi 33 anni di sono susseguite, forgiando il carattere dei tifosi e facendo acquisire loro una maggiore maturità.

Dunque molto realismo, tanta soddisfazione, ma poca esaltazione, come d’altronde predica Luciano Spalletti che vuole evitare che la sua squadra dia per scontato qualcosa che ancora non lo è. I numeri, però, parlano chiaro e danno inevitabilmente fuoco alle polveri. Il cammino del Napoli risulta davvero impressionante. Ai 53 punti si aggiungono altri dati: miglior attacco con 48 gol segnati (media di 2,4 realizzazioni a partita) e miglior difesa con 15 gol subiti, per non parlare della qualità del gioco che finisce ogni volta per entusiasmare, indipendentemente dal risultato finale delle partite.

E poi c’è Osimhen, sempre più capocannoniere con 14 marcature e con un ruolo di leader ogni settimana che passa più chiaro ed evidente. Ma la partita con i giallorossi è già solo un ricordo.  Spalletti non fa sconti e la squdra ha rireso oggi stesso gli allenamenti nel Centro Tecnico di Castel Volturno.