Regionali 2023: vincono Rocca e Fontana

I risultati dei primi exit poll danno vincitrici le coalizioni di centrodestra nel Lazio (attorno al 52,5) e in Lombardia (51,5%), in drammatico calo l’affluenza (41% e 43%)

di Gianluca Gautieri – Vince il centrodestra. È questo l’esito delle prime schermate degli exit poll Opinio Rai, in linea con i pronostici dei sondaggi pre-elettorali. Il mancato accordo tra le forze politiche di centrosinistra, che aveva permesso il trionfo della destra alle elezioni politiche dello scorso 25 settembre, hanno favorito la vittoria di Rocca nel Lazio e la riconferma di Fontana in Lombardia.
La coalizione guidata da Fontana segna una percentuale che oscilla tra il 49,5% e il 53,5%, contro il 33-37% di Piefrancesco Majorino (a guida della coalizione Pd-5stelle) e il 9,5-13,5% di Letizia Moratti, candidata del Terzo Polo. L’ormai federazione Azione-Italia viva, non ha appoggiato la candidatura di Majorino per le eccessive differenze programmatiche, proponendo il nome della Moratti, inconciliabile con il campo largo (Pd-M5S) per via del suo retaggio di centrodestra.


Francesco Rocca sarà invece incaricato di sostituire la giunta uscente di Nicola Zingaretti nel Lazio, segnando un risultato elettorale che va dal 50,5% e il 54,5%. Secondo Alessio D’Amato (candidato di Pd e Terzo Polo) con una percentuale del 30-34%, ultima Donatella Bianchi (M5S) ferma al 14-18%. Il punto nevralgico della mancata unione nel centrosinistra nel Lazio è la candidatura di Alessio D’Amato, con un passato nel PCI, era stato Assessore alla Sanità nella giunta Zingaretti, lavorando dunque sulla gestione della pandemia da Covid in stretto contatto anche con l’allora governo di Giuseppe Conte, ora leader dei grillini, che gli ha però negato l’appoggio in questa tornata elettorale.


Se il centrosinistra è spaccato, lo stesso discorso non vale per la coalizione Fdi-Fi-Lega, che, in continuità con le ultime elezioni politiche, si presenta unita e domina i seggi. Si potrebbe attribuire a queste regionali la funzione di test per il consenso del neo-insediato governo Meloni, ma sarebbe troppo prematuro; i partiti di maggioranza godono ancora della fase del viaggio di nozze, quel periodo post-elettorale in cui l’elettorato tende a premiare i leader e i partiti vincitori delle elezioni.


Perde la sinistra, ma l’affluenza ai minimi storici denota la vera sconfitta di queste elezioni, la democrazia. In Lombardia (818 comuni su 1.504) l’affluenza è del 41,55% (nel 2018 alla stessa ora e con lo stesso numero di comuni aveva votato il 73,92%). Nel Lazio (156 comuni su 378) è del 43,57% (69,98%). Calo in linea con i risultati dello scorso 25 settembre, in cui l’affluenza era stata del 63,41%, mentre nel marzo del 2018 si registrarono percentuali attorno al 73% per Camera e Senato. È dunque palese la tendenza alla disaffezione politica che coinvolge il nostro paese, che spiana sempre di più la strada al trionfo della demagogia. Quali sono le cause? Quali saranno le conseguenze? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

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