Controlli sullo sfruttamento lavorativo sono stati effettuati nel Casertano dagli Ispettori del Lavoro e dai Carabinieri, che hanno passato al setaccio undici aziende manifatturiere, riscontrando irregolarità in nove, e in particolare che su 35 lavoratori in totale trovati nei siti produttivi, oltre la metà – 20 per la precisione – erano in nero.
L’attività è stata coordinata dall’Ispettorato del lavoro di Caserta nell’ambito del Progetto multi-agenzia “A.L.T.
Caporalato D.U.E.”, finanziato dal fondo Politiche migratorie 2020 del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali.
In campo, oltre agli ispettori del lavoro, una vera e propria task force con i carabinieri del Nucleo Ispettorato Lavoro e quelle delle stazioni dei comuni in cui sono avvenuti i controlli, gli ispettori di Inps, Inail, Spesal e il personale dell’Asl. Nel mirino calzaturifici, aziende di confezionamento abiti, prodotti alimentari e smistamento di abiti usati, situate nei territori dell’agro-aversano e dell’agro-atellano e nella zona di San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico.
Durante le verifiche sono state controllate le posizioni lavorative di 129 lavoratori e sono stati emessi 5 provvedimenti di sospensione dell’attività nei confronti di altrettante aziende per la presenza di lavoratori in nero.
Per tutti i lavoratori sono in corso gli accertamenti per irregolarità in materia di orario di lavoro e sicurezza sui luoghi di lavoro, tra le quali l’omessa consegna dei dispositivi di protezione individuale, omesse formazione e visite mediche.