Strage di migranti a Cutro: 80 superstiti, “eravamo in 250”. Tra le vittime molti bambini

Meloni: “Dolore, non speculare sui morti”. Piantedosi: “Fermare le partenze”

Almeno 43 migranti sono morti in seguito al naufragio di un barcone davanti alle coste di Cutro (Crotone): tra questi ci sarebbero anche molti bambinidonne e un neonato.

Alcuni cadaveri sono stati trovati sulla spiaggia in località Steccato, mentre altri sono stati recuperati in mare. I dispersi sarebbero più di un centinaio, mentre 80 persone sono state tratte in salvo. L’imbarcazione, molto carica, non avrebbe retto al mare agitato. Sul posto sono giunti polizia, carabinieri, guardia di finanza, guardia costiera, vigili del fuoco oltre al personale del 118 e della Croce rossa.

“Sulla barca eravamo in 250”

 I migranti erano su un’imbarcazione che è stata spezzata in due dalle onde, in una situazione di mare molto mosso. Le persone che si trovavano sul natante (si sarebbe trattato di un peschereccio) sono finite in mare e sono morte annegate. I circa cinquanta superstiti trovati sulla spiaggia hanno raccontato ai soccorritori che sulla barca erano almeno in 250.

Fermato un presunto scafista

 Tra i superstiti del naufragio, secondo fonti investigative, sarebbe stato fermato anche un presunto scafista.

Occhiuto: “Calabria in lutto, dov’è l’Europa?”

 “La Calabria è in lutto per questa immane tragedia. La giunta regionale esprime sincero cordoglio per le vittime di questo naufragio”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. “I calabresi – un popolo che ha conosciuto il dramma dell’emigrazione – hanno accolto i migranti, senza alzare polveroni e senza causare tensioni, ma la situazione sta davvero diventando ingestibile. Cosa ha fatto l’Unione europea in tutti questi anni? Dov’è l’Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità? Che fine hanno fatto le operazioni di dialogo con i Paesi d’origine dei migranti? Tutte domande che, purtroppo, a oggi non hanno alcuna risposta. E chi sta nei territori, a stretto contatto con la realtà di tutti i giorni, è costretto a gestire le emergenze e a piangere i morti”.