Macron, il presidente senza consenso

La Francia insorge contro il “lupo” Macron. L’approvazione per decreto dell’impopolare riforma delle pensioni fa infuriare la società civile ed il Parlamento.

di Gianluca Gautieri – Esplodono le proteste in Francia dopo l’approvazione della riforma delle pensioni. Il presidente Emmanuel Macron ha incaricato la prima ministra francese Elizabeth Borne di ricorre all’articolo 49 comma 3 della costituzione. Esso garantisce la possibilità al governo di approvare un provvedimento senza il consenso dell’Assemblea Nazionale. Il governo francese aveva cercato negli ultimi giorni di ottenere i voti della destra gollista dei Republicains, ma la mancata riuscita di questa operazione ha condotto all’approvazione per decreto previsto dal sopracitato articolo 49-3. Le opposizioni insorgono.


L’alleanza tra i verdi e la sinistra Nupes ha presentato una delle due mozioni di sfiducia nei confronti del governo (la restante è a firma del Rassemblement Nazionale di Marine Le Pen). Entrambe verranno votate il 20 marzo, ma l’approvazione è un obiettivo molto complicato da conseguire. Per approvare la sfiducia ad un governo, le forze politiche necessitano della maggioranza assoluta. Nel caso in cui il governo venisse sfiduciato, anche la riforma sarebbe invalidata.


Il presidente Macron si afferma dunque come il leader più impopolare d’Occidente, fra i fumogeni delle proteste e le note della Marsigliese intonate dall’opposizione guidata dal socialista Jean-Luc Melenchon. Manca il consenso sia dall’Assemblea Nazionale che dalla società civile. Quanto può dunque essere stata lungimirante la scelta di proporre una riforma così impopolare e respingente, senza prima guadagnarsi realmente il consenso? L’inquilino dell’Eliseo ne esce senz’altro esautorato. Aveva cercato di imporsi come l’uomo forte al comando, ottenendo però l’esito opposto.


Continuano nel frattempo le proteste. Nella serata di ieri le forze dell’ordine hanno adoperato idranti per disperdere i manifestanti a Place de la Concorde, Parigi, con tanto di 258 arresti. La capitale non è però l’unica ad insorgere. Rumorosissime le rivolte a Bordeaux ed in più esigui centri cittadini. “L’opposizione è legittima, le manifestazioni sono legittime, il caos o i disordini no” ha detto stamattina il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ai microfoni di RTL, annunciando il bilancio dei fermi.