Casoria, Napoli: arrestato il ladro mago dei travestimenti, deve scontare 25 anni

 

È ritenuto un mago dei travestimenti, un rapinatore provetto, Vincenzo Esposito 59enne detto “o’ francese”,  arrestato dalla Squadra Mobile di Napoli a Casoria, comune della provincia di Napoli. I poliziotti lo hanno individuato a bordo del furgone di una ditta di impiantistica, con una tuta da lavoro addosso, e una volta fermato, agli agenti ha mostrato un documento d’identità falso. Nell’aprile scorso era stato sottoposto a un provvedimento di fermo in quanto ritenuto autore, insieme ad altre cinque persone, del furto e della ricettazione, dalla Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli, del preziosissimo dipinto riproducente l’icona Cristo Benedicente, conosciuto come “Salvator Mundi“, della Scuola di Leonardo Da Vinci, del XVI secolo. Il dipinto fu poi recuperato dalla Polizia. Mercoledì pomeriggio è stato arrestato dalla Polizia, questa volta per associazione per delinquere finalizzata alla rapina, porto abusivo di armi da fuoco, ricettazione, evasione, oltraggio a pubblico ufficiale e reati in materia di falso. L’uomo, il 15 febbraio scorso, si era sottratto ad un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura di Benevento a seguito di revoca della detenzione domiciliare disposta dal Tribunale di Sorveglianza di Napoli, dovendo espiare la pena residua di 25 anni e 4 mesi di reclusione. Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Afragola lo hanno rintracciato a Casoria, a seguito di attività d’indagine, a bordo di mezzo di una ditta di impiantistica con abiti da operaio. L’uomo è stato trovato in possesso di un documento di identità falso valido per l’espatrio e sul veicolo sono stati rinvenuti diversi indumenti, trucchi e parrucche femminili per travestimenti. Denunciato in stato di libertà un32enne che avrebbe favorito la sua irreperibilità. Per la polizia Esposito sarebbe responsabile di una lunga serie di rapine messe a segno avvalendosi di travestimenti, e tutte fruttando un cospicuo bottino. Nel 2015, insieme con dei complici, ne avrebbe compiute un paio tra Montesarchio, Benevento e Sparanise, Caserta. La prima, alla Banca Popolare di Novara, fruttò 90mila euro più altri 40mila in valuta estera. La seconda, al Banco di Napoli 80mila euro, e secondo quanto emerso dalle indagini, era sempre lui il capobanda. Per gli inquirenti dagli anni ’90 pianificava ed eseguiva le rapine sfruttando i travestimenti più impensabili.