Elly contro Enzo

  • Articolo di Biagio Fusco

Elly Schlein, il nuovo segretario nazionale del PD, insediatosi il 12 marzo scorso come prima donna nella storia del partito che siglò il patto del Nazareno, aveva promesso una ventata di neo – radicalismo, al quale – diceva – bisognava, senza indugi, dare attuazione nel breve, anzi brevissimo periodo. Chissà, però, quanti avevano pronosticato, alla vigilia del suo proclama, che il primo a farne le spese sarebbe stato il Governatore – Sceriffo della Campania, Enzo De Luca. E così è stato. Infatti, l’ex eurodeputato ed ex vice presidente della Regione Emilia Romagna, che oggi siede alla Camera iscritta al gruppo partito democratico – Italia democratica e progressista, con una virata strategica, ispirata ad un principio chiaro, che è quello della “ tolleranza zero ”, decide di commissariare il PD di Caserta e di tutta la Campania. Per tale effetto, si serve di soggetti che possiedono una storia politica, un curriculum fatto di credibilità personale e professionale e soprattutto di esperienze strutturate nella pubblica amministrazione italiana, nominando commissari Susanna Camusso ed Antonio Misiani.

Una scelta a sorpresa, che pregiudica le aspirazioni di una sua già improbabile ricandidatura alla guida della Campania, in scadenza del suo secondo mandato nel 2025 e propenso ad avviare un percorso giuridico nella speranza di approdare alla modifica della legge elettorale regionale, in modo da consentirgli la possibilità di ottenere il suo terzo incarico da Presidente della Giunta Regionale Campania. Ma la “ poco tenera ” Elly scombina però i suoi progetti ed annienta i suoi sogni di gloria con frasi laconiche che non lasciano alcun dubbio a chi le ha lette o ascoltate; autentiche bordate che sgomberano subito il campo da erronee interpretazioni della propria linea politica, che mira a dissaldare quelle “ rendite di posizione “ che con tanta pervicacia tendono a crearsi e ricrearsi a livello territoriale secondo il solito schema già visto di un potere sistemico accentrato. “ Non voglio più vedere situazioni opache, pacchetti di tessere e capibastone o persone che si sentono padroni dei circoli, bisogna essere coerenti con quello che si dice “, queste le dure sentenze della segretaria a margine del preannunciato commissariamento di zona. E’ risaputo che De Luca non ha sostenuto la candidatura della Schlein alle ultime primarie dello scorso febbraio, e che ha invece sponsorizzato la leadership di Bonaccini, oltre che di un altro big del PD campano, Gennaro Oliviero, Presidente del Consiglio Regionale, entrambi risultati poi sconfitti dalla deputata emiliana.

Non si è fatta attendere la reazione sarcastica e moderatamente composta dell’eccentrico Governatore, allorquando commentava l’esito del voto affidandosi ad un tono senz’altro provocatorio nel rilasciare una dichiarazione che apriva uno spazio piuttosto ampio a riflessioni allusive: “ Vedo un periodo di grande effervescenza e di grande allegria davanti a noi ”. Ma si sa, lo sceriffo è abituato a combattere e di certo non replicherà di fioretto alla stoccata della “ cara Elly ”. Intanto, al termine della seduta della direzione PD a Napoli che ha elettivamente consacrato alla carica di segretario cittadino il candidato unitario Giuseppe Annunziata, da più parti sono emerse voci di dissenso che puntavano dritte ad incalzare le scelte programmatiche adottate dalla Schlein, contestate sulla base di un sentimento di rivendicata autonomia territoriale del partito. In effetti, quando il PD napoletano tiene a precisare che “ ..Le questioni campane si decidono qui, non a Roma o alle Nazioni Unite.. ” sul piano politico ed  in termini metodologici fissa un paletto che non reclama spiegazioni ulteriori rispetto al senso ed alla portata che ne è facile desumere. A questo punto, per De Luca anche la prospettiva di un terzo mandato accordato da un potenziale mutamento legislativo si allontana e divine molto più complicato.

A tanto si aggiunge la questione Caserta, una problematica altrettanto critica, se non di più, poiché ferma sul tavolo della discussione, all’interno del partito, dal 2020, anno dal quale non esiste un segretario in conseguenza del disposto commissariamento. La Campania, purtroppo, è una regione guardata con aria di profondo sospetto, causa le strane e bizzarre anomalie riscontrate nell’ultima campagna di tesseramento, poi annullata dalla commissione di garanzia e vigilanza, dopo aver accertato iscrizioni provenienti da acclarati ambienti vicini alla destra che hanno condotto ad una diffidente valutazione delle tessere sottoscritte rispetto ai consensi raccolti alle ultime elezioni politiche del settembre 2022. Ma in modo intelligente e sapiente la Schlein non sconfessa l’assemblea che l’ha vista eletta e cerca di diradare le nubi più minacciose con frasi stemperanti che vanno nella direzione della rassicurazione pacata ed obiettiva: “ Da segretaria non permetterei comunque a nessuno di gettare fango sullo straordinario esercizio di democrazia del 26 febbraio. E’ proprio per rispetto a iscritti ed elettori che in Campania abbiamo fatto questa scelta ”.