La Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha concluso le indagini nei confronti di 16 allevatori bufalini del Casertano, accusati di ostacolare la circolazione stradale durante una protesta tenutasi nel mese di maggio lungo la strada statale Domiziana, vicino allo svincolo per Cancello e Arnone.
I difensori hanno 20 giorni per presentare memorie e documenti di difesa e richiedere interrogatori. La protesta, iniziata all’inizio di maggio, aveva l’obiettivo di attirare l’attenzione sulla controversia relativa all’emergenza brucellosi, che oppone da oltre un anno gli allevatori di bufale alla Regione Campania a causa del piano di eradicazione di brucellosi e tubercolosi bufaline, varato nel marzo 2022. Gli allevatori ritengono che il piano non abbia apportato cambiamenti significativi nella gestione dell’emergenza sanitaria, come il superamento della politica di abbattimento dei capi per sospetta brucellosi. Nel corso di oltre 10 anni, più di 140.000 bufale sono state abbattute, ma solo l’1,4% di esse è risultato effettivamente malato secondo le analisi post mortem.
Il presidio è stato rimosso il 24 maggio, due giorni dopo un vertice al Ministero della Salute convocato dal sottosegretario Marcello Gemmato, il quale è stato considerato “positivo” dagli allevatori. All’incontro hanno partecipato parlamentari di tutti gli schieramenti, numerosi sindacati e associazioni di categoria degli allevatori, ad eccezione delle quattro che fanno parte del tavolo verde della Regione Campania (Confagricoltura, Copagri, Cia e Coldiretti).
Negli ultimi giorni, tuttavia, sono emerse divisioni interne a Confagricoltura e Copagri, con le sezioni casertane delle due associazioni che hanno espresso dissenso nei confronti dei vertici regionali presenti al tavolo di negoziato con la Regione. Tale situazione ha portato alla nomina di un commissario per la sezione casertana di Confagricoltura.