Frana Casamicciola, un disastro annunciato. Con il “ravvedimento operoso”, si mette in sicurezza l’isola a spese di chi ha costruito, spiega l’avv. Bruno Molinaro

Il geologo: «Costruire qui è come giocare alla roulette russa. Ma la gente non ascolta»

Ambiente, colate di cemento, dissesto territoriale. L’isola verde più che l’emblema degli eccessi, è la sintesi di una incompiutezza legislativa da colmareIschia è la cartina di tornasole di un fenomeno che attanaglia l’Italia. La prima legge di condono edilizio risale al 1985, le altre al 1996 e al 2003: erano opportunità per sanare lo status di immobili, abitazioni, aziende.

Il dato è inequivocabile: le domande di condono sono 27.000, in grandissima parte inevase. Solo una minima fetta di richiedenti ha regolarizzato la posizione nell’arco dei decenni. Gli altri restano in attesa di risposte e si trasmettono da padre in figlio una scomoda eredità, su un’isola che conta 63mila abitanti distribuiti su 46 chilometri quadrati, frazionati in sei Comuni.

Le ordinanze di demolizioni dei Comuni sono sospese «ex lege» a causa dei procedimenti di condono avviati e non definiti. «In Soprintendenza c’è poco personale e ci vorrà mezzo secolo, se non di più, per smaltire l’enorme carico. Lo Stato è incapace di reprimere gli abusi per ragioni economiche e di ordine pubblico. Ci vorrà mezzo secolo per smaltire l’enorme carico dei condoni pendenti. La soluzione è una sola: il ravvedimento operoso, ovvero la riqualificazione e la messa in sicurezza delle case di necessità a spese dei contravventori», spiega l’avvocato Bruno Molinaro tra i maggiori studiosi del fenomeno.