Caivano, Napoli: Ancora violenza a Caivano, spari contro un campo nomadi

A Caivano si continua a sparare. Da quando è esplosa la vicenda delle due cuginette stuprate dal branco e soprattutto da quando la premier Meloni ha fatto visita al Parco Verde, invitata dal prete anti-clan don Patriciello, praticamente non c’è giorno che le forze dell’ordine non passino al setaccio quei casermoni, che un tempo formavano la piazza di spaccio più grande d’Europa. Ora gli affari si sono in gran parte spostati, ma la criminalità e la violenza non hanno abbandonato Caivano. L’ultimo episodio, inquietante, ha riguardato il campo rom che sorge sulla strada provinciale Cinquevie contro cui la notte di sabato scorso sono stati sparati diversi colpi d’arma da fuoco, una “stesa”. Centrati il muro di cinta e due moduli abitativi, ma fortunatamente non ci sono state persone ferite. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, dopo una segnalazione al 112. I militari hanno rinvenuto e sequestrato nove bossoli calibro 9 all’altezza dell’ingresso del campo. Individuati, poi, due fori nel muro di cinta che delimita il campo, tre buchi in un modulo abitativo occupato da una famiglia e uno in un modulo in quel momento vuoto. I Carabinieri indagano per scoprire il movente del raid forse un atto intimidatorio, qualcosa che prelude a un regolamento di conti, e individuare i responsabili. “In quest’area droga e armi continuano a circolare in modo impressionante”, denuncia il parlamentare dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, secondo cui “non bisogna arretrare di fronte alla violenza e all’arroganza dei clan che continuano a sfidare lo Stato”. Un esempio lo racconta ieri il quotidiano napoletano “il Mattino”, che dà conto delle minacce di alcuni parenti di boss a Bruno Mazza, responsabile di un’associazione impegnata da anni sul versante della legalità, “accusato” di avere aiutato gli inquirenti a bloccare lo spaccio. “Adesso c’è la fame, aspettati pazzie”, gli hanno detto. E lui è corso dai Carabinieri per denunciare l’accaduto. Per Borrelli “occorre proseguire con le operazioni di bonifica del territorio fino a quando i clan non saranno letteralmente estirpati”. E a proposito di bonifica, il Genio dell’Esercito è sempre al lavoro nell’ex centro sportivo Delphinia, uno dei luoghi diventati simbolo del degrado di Caivano: l’obiettivo resta quello di restituirlo alla comunità la prossima primavera.