Operatori sociali licenziati, protesta al Consiglio regionale

Alla Regione Campania chiediamo il riconoscimento del nostro impegno in questi anni in cui abbiamo lavorato.
Da 30 anni abbiamo portato avanti servizi e cercato di costruire un modello operativo, questo non può essere buttato via

Lo ha detto Antonietta Alberino, lavoratrice del Rsa Frullone, nel corso del sit in degli operatori sociali Era-Gesco davanti al Palazzo del Consiglio della Regione Campania al Centro Direzionale di Napoli. Il motivo della manifestazione è l’avviamento, da parte della Regione Campania, del processo di trasformazione dei servizi territoriali che, spiegano i lavoratoti, mette a rischio oltre 1300 dipendenti tra Coop Era e Gesco, operatori specializzati per svolgere attività in centri diurni dell’ambito della salute mentale e delle dipendenze.
“La ricaduta sull’utenza – spiega Alberino – è sostanziale.

Dicendoci addio i pazienti perdono una parte del loro vissuto.
Abbandonare questi spazi di assistenza è una doppia sofferenza, oltre al licenziamento c’è anche quella affettiva, disinteressandosi delle sofferenze negli ospiti dei centri diurni, notturni, nell’accoglienza dei tossicodipendenti“.

Davanti alla Regione oltre 500 dipendenti, con al loro fianco i sindacati: “Siamo qui con i lavoratori – spiega Marco D’Acunto, segretario Cgil sezione pubblica – per esaminare le scelte dell’Asl Napoli 1 che ha cercato un percorso di internalizzazione che non tiene conto di chi ha lavorato per 20 anni con professionalità e delle norme esistenti”. Una perdita per i pazienti sottolinea Vincenzo Migliore, segretario della Cisl Fp: “Se usciranno questi lavoratori – spiega – non si garantisce l’assistente con esperienza alle fasce deboli e alla psichiatria, servizi che per 20 anni hanno mantenuto senza avere personale della Asl. Ora li vogliono mandare a casa? Non è giusto. Serve una soluzione per tutti, non siamo contrari ai concorsi ma si deve rispettare i lavoratori, le professionalità“.

Per Enzo Torino, segretario della Uil Fpl di Napoli e Campania, è il momento di “chiedere alla politica campana che sia presente al fianco dei lavoratori. La nostra proposta è di allargare la medicina territoriale dando uno sbocco lavorativo”.