Di Biagio Fusco – La democrazia in Italia legata a doppio filo all’etica del lavoro

 

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Di Biagio Fusco

 la democrazia in Italia legata a doppio filo all’etica del lavoro 

Con l’approssimarsi della fine d’anno il Capo dello Stato ritorna sullo scottante tema della dignità del lavoro. E lo fa con parole che, innanzitutto, richiamano tutte le istituzioni repubblicane, ad ogni livello, sia centrale che periferico, all’adempimento del dovere generale di mettere in campo azioni concrete con l’obiettivo di garantire gradi di crescente sicurezza sui posti di lavoro, al fine di ridurre il rischio di incidenti o infortuni, ma in special modo le cosiddette “ morti bianche ”. Per andare in tale direzione è necessario alimentare la cultura della prevenzione ed insistere nel consolidamento di una adeguata formazione, che si rivolga ai settori maggiormente incisi dal ripetersi di questi episodi. Mattarella, nel suo discorso tenuto al Quirinale durante la cerimonia dedicata alle Stelle al merito del lavoro, ricorda a tutti che: “ La dignità del lavoro e la cura della vita devono prevalere su ogni altro interesse… Rivolgo un benvenuto ai nuovi Maestri del Lavoro che hanno ricevuto oggi la Stella al merito e che, dopo una vita di dedizione e impegno, continuano a farsi testimoni di quell’etica civile che ha ispirato la loro vita professionale.  ” Benchè timidi segnali di ripresa, confortati dai numeri positivi offerti dagli indicatori occupazionali, portino a  supporre un’inversione del trend peggiorativo rispetto al recente passato, condizionato dal forte stress economico del periodo pandemico e dall’embargo messo in atto nei confronti della Russia, oggi si registra una frammentazione del lavoro, diviso tra stabilità, qualificazione professionale, settori d’avanguardia, organizzazione aziendale attenta alla qualità delle prestazioni da un lato e inoccupazione, salari bassi, precarietà, caporalato, ritardo nell’ingresso di giovani e donne nel mercato, disparità salariali a parità di impiego dall’altro. Il carattere rigido della nostra Carta Costituzionale intanto ce ne impone l’attuazione ad ogni costo, e ciò si scontra inevitabilmente con la fluidità delle evoluzioni che subisce il mercato, il quale ridisegna nuove dinamiche alla ricerca di equilibri da reimpostare. Il Capo dello Stato saggiamente ricorda ancora che: “ Quando la Costituzione parla di Repubblica fondata sul lavoro non propone il concetto del lavoro come merce, quanto quello di persona che lavora, come protagonista e, in quanto cittadino, soggetto di diritti e doveri “.  Ed infatti, l’ispirazione seguita dai Padri Costituenti fu quella di porre il valore del lavoro a fondamento della nascitura Repubblica Italiana, venuta su dagli sforzi compiuti dalla Resistenza partigiana e dalla Liberazione dal fascismo. Si tratta di un punto di osservazione che predilige la scelta di una visione generativa, che vuole una Costituzione interpretata sempre in una chiave illuminata e pluralista, come amava dire Giorgio La Pira, e non statalista o individualista. L’assemblea costituente, nominata tra i migliori giuristi della prima metà del secolo scorso, operando un ravvedimento, dimostratosi poi molto acuto, spostò la collocazione dell’articolo che specificatamente era riservato al concetto di lavoro, inserendolo con sapienza nell’area dei principi generali, ove avrebbe esaltato la funzione non soltanto economica ma anche la sua valenza comunitaria e sociale. ” …Il lavoro è, difatti, condizione centrale di un pieno sviluppo della personalità umana. E’, quindi, anche veicolo di libertà. Nel contribuire alla crescita della comunità si esprime una parte incomprimibile di noi stessi. E l’articolo 4 lega il diritto al dovere…”. Questo è stato un passaggio cruciale del suo pensiero sulla questione, che non conosce inattualità se ognuno di noi si convince che la democrazia di uno Stato è inscindibilmente legata e proporzionata all’etica del lavoro, anche se esso muta nelle sue forme esteriori, perché sospinto verso nuove ere inaugurate dallo sviluppo tecnologico e dall’avanguardia delle strumentazioni che plasmano schemi e modelli sociali alternativi, come quelli che negli ultimi decenni hanno profondamente trasformato le dimensioni del mercato stesso e le relazioni lavorative, in modo così pervasivo da creare un influsso violento sulle aspettative dei singoli e sui loro progetti di vita futura.

Afragola (Na), lì 06.12.2023                                                                                                           Avv.  Biagio Fusco