Fondi fsc, i vertici anci campania incontrano il Presidente De Luca. « situazione paradossale e insopportabile, senza quei fondi 300 comuni rischiano il default »


Anci Campania
ha incontrato a Palazzo Santa Lucia il Presidente della Giunta regionale, Vincenzo De Luca. Il Presidente dell’Associazione, Carlo Marino, sindaco di Caserta, il Segretario generale, Nello D’Auria, sindaco di Gragnano, e il coordinatore del Piccoli Comuni, Stefano Pisani, sindaco di Pollica, hanno condiviso con il Governatore della Campania la viva preoccupazione dei Comuni per l’interruzione delle dinamiche di sostegno e dei programmi complementari posti a completamento delle infrastrutture che interessano molti territori della Campania.

In particolare, il timore espresso al Presidente della Giunta regionale è che, senza la rapida erogazione dei Fondi di sviluppo e Coesione (FSC), sarà difficile, se non impossibile, per i Comuni dare completamento alle opere che non hanno trovato copertura con il Programma 2014-2020 dei fondi di coesione. Nodo del contendere sono i 5,9 miliardi (su 20 in totale) dei fondi FSC mai distribuiti e che spettano alla Campania: una vicenda surreale che si trascina da ben 18 mesi fa e rischia di mettere in ginocchio i Comuni.  Per questo motivo Anci Campania sostiene l’impegno della Regione affinché, da parte del ministro della Coesione, Raffaele Fitto, si definisca in tempi certi e rapidi «l’accordo per la coesione con la Regione Campania».

«Sono risorse per noi fondamentali – hanno detto i vertici di Anci Campania al Presidente de Luca – soprattutto per garantire e completare il Programma 2014.-2020 e, nel contempo, finanziare le infrastrutture viarie non incluse nel PNRR, ma alimentate soltanto con risorse FSC della Regione.  È una situazione paradossale, diventata intollerabile, circa 300 Comuni rischiano il default o non completeranno le opere non avendo in cassa i fondi per completarle. Ne va della sopravvivenza di oltre la metà degli enti locali della Campania. Noi siamo pronti, entro febbraio, a una forte mobilitazione istituzionale per far sentire al Governo e al Parlamento la nostra voce, unendo i sindaci di ogni orientamento politico e ribadendo il carattere territoriale regionale della politica di coesione».