Don Maurizio Patriciello denuncia: Kalashnikov a Caivano, la camorra sfida lo Stato

Don Maurizio Patriciello, noto per il suo impegno contro la criminalità organizzata, ha sollevato l’allarme durante un’audizione al Senato riguardo alla situazione critica che si sta verificando a Caivano e in zone simili. Secondo le sue testimonianze, la presenza di kalashnikov nelle mani dei criminali è diventata una realtà inquietante, con la Camorra che sembra mettere apertamente in discussione l’autorità dello Stato.

Durante l’audizione, Don Patriciello ha espresso la sua preoccupazione per l’escalation di violenza nella zona, evidenziando la recente incursione armata che ha segnato un grave allarme per la sicurezza pubblica. “Serve un esercito di maestre elementari. Un altro un esercito di assistenti sociali. Però la verità va detta: quando l’altra notte c’è stata l’ultima ‘stesa’ arrivano armati di kalashnikov, non di pistole o coltelli”, ha dichiarato con fermezza.

L’associazione di questo evento con la visita politica alla zona ha sollevato interrogativi sul significato di tale azione. “Questi folli sono arrivati subito dopo la visita della Meloni con i ministri ed è sembrata veramente una sfida allo Stato”, ha sottolineato Patriciello, evidenziando la natura audace dell’evento che ha scosso la comunità.

Parlando della recente attività di contrasto allo spaccio nella zona di Parco Verde, Patriciello ha riconosciuto il lavoro delle forze dell’ordine nel mantenere le strade libere dalla droga. Tuttavia, ha sollevato domande sulla responsabilità dello Stato nel permettere l’emergere di quartieri come Parco Verde, definito come una delle piazze di spaccio più grandi d’Europa.

Il sacerdote ha poi criticato aspramente le politiche che hanno portato alla creazione di ghetti urbani come quelli che circondano Napoli. “Chi li ha voluti meriterebbe la galera”, ha dichiarato Patriciello, denunciando l’abbandono delle fasce più vulnerabili della società e l’utilizzo politico di queste comunità in situazioni di disagio estremo.

Ricordando il suo incontro con Carmine Schiavone, un membro di spicco della criminalità organizzata, Don Patriciello ha sottolineato la necessità di affrontare le cause profonde dei fenomeni come la Terra dei Fuochi. “Il problema della Terra dei fuochi è un dramma che stava là da anni”, ha affermato, evidenziando la lotta per ottenere una legislazione adeguata per contrastare tali fenomeni.

Infine, Don Patriciello ha celebrato il recente successo nella promulgazione di una legge sugli reati ambientali, nonostante l’iniziale opposizione di alcuni settori industriali. “Confindustria non voleva”, ha affermato, riconoscendo l’importanza del coinvolgimento civile e democratico nella promozione di leggi che tutelino l’ambiente e la sicurezza pubblica.