Napoli – Danneggiano l’auto di Don Luigi Merola, ma lui non Ferma la sua Missione Antimafia


Don Luigi Merola, il coraggioso sacerdote che da vent’anni sfida la camorra nel cuore della città, ha subito un nuovo attacco: la sua auto di servizio è stata vandalizzata da ignoti. Questo non è il primo episodio del genere, ma don Merola e la sua squadra non si lasciano intimidire.

Il prete anticamorra, noto per la sua strenua opposizione al potere criminale nel quartiere in cui opera, ha denunciato il raid subito alla sua auto venerdì sera. Don Merola è sotto scorta da due decenni, ma ciò non ha impedito ai delinquenti di agire contro di lui.

L’auto danneggiata è stata parcheggiata al solito posto, protetta dall’agente di scorta, quando i malviventi hanno colpito. Il prelato e il poliziotto hanno udito il rumore dei vetri rotti e hanno scoperto l’auto vandalizzata. Oltre ai finestrini distrutti, è stato rubato anche un lampeggiante.

Don Merola ha dichiarato: “Non è la prima volta che subiamo atti del genere, ma non molliamo. Continueremo a lavorare per i bambini della nostra città.” La sua fondazione, “A’ voce d’e’ creature”, ha ricevuto numerosi messaggi di solidarietà, incluso quello del vescovo di Napoli e del sindaco locale.

“Esprimo la mia totale e incondizionata solidarietà a don Luigi Merola, la cui auto è stata danneggiata da ignoti che hanno sfondato i finestrini e messo a soqquadro la vettura. Un gesto vile, come nella tradizione della criminalità, di fronte al quale l’unica risposta è quella di proseguire senza sosta l’attività di contrasto alla criminalità organizzata cercando di sottrarre dalle grinfie dei clan giovanissimi da arruolare. Mi auguro che gli autori vengano subito individuati e sono lieto che il Comune abbia deciso di affidare per altri 20 anni la sede all’associazione ‘A voce d’e creature’. Se qualcuno pensava di liberarsi di don Luigi, ha fatto evidentemente i conti sbagliati”, è il commento del deputato napoletano Francesco Emilio Borrelli.

Il prossimo 19 aprile, don Merola sarà accolto a Roma dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dimostrando il supporto delle istituzioni nazionali alla sua causa.