La droga viaggiava lungo l’asse Napoli-Catania, per Capasso anche una multa da 45mila euro. Si è conclusa con un bilancio controverso l’inchiesta giudiziaria volta a smantellare un presunto traffico di stupefacenti, principalmente cocaina, tra Napoli e la Sicilia, attivo tra gennaio e settembre 2008. La sentenza, emessa ieri dalla sesta sezione penale (collegio A) del Tribunale di Napoli, ha portato a cinque condanne e una raffica di assoluzioni, ridimensionando le ipotesi investigative di una maxi-organizzazione criminale.
Il collegio ha inflitto pene significative a cinque imputati: Ciro Capasso, ritenuto il capo dell’organizzazione e già coinvolto nell’inchiesta “Tufò”, è stato condannato a 10 anni di carcere e a una multa di 45.000 euro. Carmine Pandolfi, Antonella Imperatore, Rosaria Imperatore, Salvatore Imperatore e Salvatore Orlando hanno ricevuto ciascuno una condanna a 8 anni di reclusione e una multa di 30. 000 euro. Quattordici imputati sono stati assolti dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, poiché i giudici hanno ritenuto che l’organizzazione criminale ipotizzata dalla Procura non fosse esistita.
L’indagine, partita per far luce su un presunto colossale traffico di cocaina tra Napoli e Catania, ipotizzava l’esistenza di una holding criminale guidata da Ciro Capasso, con la partecipazione di numerosi collaboratori, tra cui il figlio Antonio Capasso, Giuseppe Campitello, Domenico Annunziata, gli Imperatore, Vittorio La Rosa, Mario Stefanelli, Paolo Lumia, Raffaele Scala, Carmine Pandolfi, Ciro Boiano, Alessandro Bonaccorsi, Bruna Strano, Natale Sciuto e Antonio D’Amore.