Luciano Cilio, genio napoletano: a fine ottobre un libro per farlo rivivere

Uscirà a fine ottobre per Crac EdizioniL’urlo. I suoni senza voce di Luciano Cilio” di Luca Buonaguidi, Salvatore Setola, Girolamo de Simone e Fabio Donato.

Un libro che finalmente potrà ripercorrere le tappe della breve vita di Luciano Cilio, musicista e compositore d’avanguardia nato a Napoli nel 1950 e morto suicida nel 1983.

Un solo album pubblicato, Dialoghi del Presente (1977), ma un lascito musicale dall’importanza inestimabile, in grado di rivoluzionare il minimalismo ed influenzare intere generazioni di musicisti, compreso Glenn Branca ed il suo totalismo.

Polistrumentista e compositore autodidatta, Cilio è stato quanto c’è di più vicino alla definizione di “genio eclettico”: interessato tanto all’arte sperimentale (uno su tutti John Cage) quanto alla cultura pop, ha collaborato con Alan Sorrenti ed ha frequentato gli ambienti sperimentali di Napoli, contribuendo attivamente nella loro crescita.

Purtroppo la sua è rimasta una voce fuori dal coro, largamente inascoltata ed ignorata, soprattutto nell’ambiente della sua città, che gli ha chiuso più volte le porte in faccia.

Ancora oggi la storia di Cilio è sconosciuta ai più, anche nella sua stessa Napoli, un’ingiustizia a cui da tempo musicisti e amici cercano di rimediare, nel tentativo di dare il giusto riconoscimento al compositore e alle sue opere, gemme dimenticate ma allo stesso tempo immortali.

Con “L’urlo. I suoni senza voce di Luciano Cilio” si compie, quindi, un altro importante passo in avanti per dare a Cilio la legittimazione della sua importanza storica, nell’attesa di una rivalutazione generale, soprattutto a livello nazionale, dov’è paradossalmente meno conosciuto che all’estero.