Astrazeneca Anagni

Sequestrate 29 milioni di dosi AstraZeneca ad Anagni

di Tiziano Papagni – “Ho mandato i Nas e abbiamo scoperto due lotti in eccesso”, ha detto Mario Draghi. L’ispezione nello stabilimento della Catalent di Anagni (Frosinone) ha fatto uscire allo scoperto 29 milioni di dosi AstraZeneca delle quali l’Ue non era a conoscenza. La casa farmaceutica ha fatto sapere che 13 milioni di dosi saranno incluse nel programma CoVax, per i Paesi a basso reddito. Gli altri 16 milioni sono per l’Europa in attesa di via libera. La storia, iniziata grazie a una soffiata di Bruxelles, inizia a gettare un alone di mistero sulla trasparenza delle case farmaceutiche sui vaccini. La preoccupazione non si dovrebbe focalizzare sulla sicurezza (già ampiamente accertata dall’EMA) ma sulla possibilità della famosa “fuga delle fialette”.

“Ho mandato i Nas e abbiamo scoperto due lotti in eccesso”, ha detto Mario Draghi. L’ispezione nello stabilimento della Catalent di Anagni (Frosinone) ha fatto uscire allo scoperto 29 milioni di dosi AstraZeneca delle quali l’Ue non era a conoscenza. La casa farmaceutica ha fatto sapere che 13 milioni di dosi saranno incluse nel programma CoVax, per i Paesi a basso reddito. Gli altri 16 milioni sono per l’Europa in attesa di via libera. La storia, iniziata grazie a una soffiata di Bruxelles, inizia a gettare un alone di mistero sulla trasparenza delle case farmaceutiche sui vaccini. La preoccupazione non si dovrebbe focalizzare sulla sicurezza (già ampiamente accertata dall’EMA) ma sulla possibilità della famosa “fuga delle fialette”.

I carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazioni (NAS), durante una perquisizione presso l’azienda Catalent di Anagni, hanno trovato ventinove milioni di dosi di vaccino Astra Zeneca, pronte per la distribuzione.

Dai primi accertamenti effettuati c’è il forte dubbio che quelle fiale fossero pronte per volare verso il Belgio o il Regno Unito, dove il processo di vaccinazione della popolazione procede a gonfie vele. Proprio dal Regno Unito, grazie al premier Boris Johnson, arriva la seconda notizia interessante della giornata di ieri, fortemente collegata alla prima. Intervenendo ad una iniziativa pubblica, il premier britannico, che è lo stesso che all’inizio della pandemia aveva evocato l’immunità di gregge come unica soluzione al dilagare del virus, salvo poi fare marcia indietro dopo essersi lui stesso ammalato gravemente, ha detto chiaramente che i successi del Regno Unito nella campagna vaccinale sono da attribuirsi, testuali parole, a “rapacità e capitalismo”.

Poco dopo, probabilmente rendendosi conto della gravità dell’affermazione, ha riconosciuto di aver sbagliato e ha chiesto di “cancellare questa frase dalla memoria collettiva“.

Ma, al di là del cinismo crudo e irricevibile della frase buttata lì, davvero quanto detto da Johnson è così sbagliato? Oppure la marcia indietro è dovuta al fatto che rappresenta una realtà che non si può e non si vuole rendere di pubblico dominio?

Rapacità, come dimostra la scoperta del Nas, non è in questo caso, secondo me, un sostantivo da mettere insieme all’altro, capitalismo, ma un aggettivo da unire al sostantivo. Capitalismo rapace, avrebbe dovuto dire il premier Johnson. Un capitalismo che non mette nessuna attenzione sulla giustizia, sulla equità e sul perseguimento della pace, ma che punta, proprio con rapacità e cinismo, ad accaparrarsi le risorse necessarie.

Lo stesso capitalismo rapace che vede nel commercio delle armi (è un’altra notizia di questi giorni il continuo proliferare di questo traffico) un’attività economica come le altre: e così, mentre da una parte vengono chieste sanzioni nei confronti dell’Arabia Saudita per la guerra nello Yemen, dall’altra si continua a vendere le armi a questo Paese, ben consapevoli, immagino, che le stesse saranno utilizzate nella guerra che, a parole, si dice di voler fermare.

Da Anagni, dove si consumò il celebre ‘schiaffo‘ nei confronti di Papa Bonifacio VIII, arriva stavolta un duro, ennesimo e duplice colpo anche alla credibilità dell’Unione Europea. Il presunto traffico, se confermato, rischierebbe di mandare un messaggio devastante, relativo al fatto che chi esce dall’Unione Europea, così come ha fatto il Regno Unito, avrebbe più possibilità e più strumenti nella lotta al virus di chi resta dentro e rispetta alcune regole di collaborazione e di condivisione delle necessità e dei bisogni. 

Sicuramente, e questa è la cosa più grave, è chiaro il fatto che le istituzioni comunitarie, con il loro sistema infinito di regole e leggi, non sono state ancora in grado, nè più 

probabilmente lo hanno voluto, di creare un sistema di distribuzione tarato sulle reali necessità e ispirato ai minimi valori di equità, giustizia e cooperazione. Tanto che decine di milioni di dosi, in un momento nel quale dovrebbero tutte essere utilizzate nel modo migliore e nel tempo più breve possibile, sono quasi nascoste in un magazzino di uno dei Paesi fondatori.

Resta il mistero sui vaccini nascosti. AstraZeneca ha sottolineato che il siero è stato prodotto al di fuori dell’Unione e portato nello stabilimento di Anagni per essere riempito in fiale. “Quasi dieci milioni di dosi saranno consegnati agli Stati membri durante l’ultima settimana di marzo, il saldo ad aprile, poiché le dosi sono state approvate per il rilascio dopo il controllo di qualità”, ha concluso la detentrice del brevetto. Un modo per pulirsi la coscienza. 

La segnalazione è arrivata dopo la visita del commissario europeo Thierry Breton nello stabilimento AstraZeneca di Leida, nei Paesi Bassi, gestito dalla Halix. Si tratta di uno dei due impianti usati per la produzione delle dosi in Europa. La vicenda ha toccato un nervo scoperto a Bruxelles, tanto che persino il presidente del gruppo del Ppe al Parlamento europeo, Manfred Weber aveva tuonato: ” Servono spiegazioni necessarie e con urgenza AstraZeneca sta immagazzinando decine di milioni di dosi pur non rispettando il contratto europeo. Questo è inaccettabile. L’urgenza è enorme. Dovremmo rifiutare categoricamente qualsiasi esportazione di AstraZeneca prodotta in Europa”. Dalla riuscita del piano vaccinale passeranno le sorti dell’Europa, un fallimento significherebbe un game over per tutti il progetto degli “Stati Uniti d’Europa”.