“La rinascita vera può esserci solo senza camorra”: ecco l’editoriale del Direttore di Cogito, Antonio Iazzetta

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di Antonio Iazzetta – Quella che stiamo vivendo sarà un’altra Pasqua anomala. Lo scorso anno si era scossi, preoccupati, ma prevaleva la speranza che tutto si risolvesse in poco tempo e che l’Italia e il Mondo si sarebbero rimessi in cammino nel giro di pochi giorni, settimane al massimo. L’attenzione con cui si rispettavano i ‘divieti’ imposti per ridurre i contagi era un segnale inequivocabile della voglia di remare tutti dalla stessa parte per uscire al più presto dalla secca in cui la nave della nostra esistenza si era incagliata, volendo fare una metafora legata a un’immagine diventata comune con la storia della portacontainer incagliata nel Canale di Suez. Chi non ricorda le strade deserte, le file ordinate fuori i supermercati, l’aria di ‘battaglia comune’ che si viveva…

Ora, tutto è diverso. È passato ormai un anno dal lockdown nazionale dello scorso anno e le conseguenze economiche legate alla crisi sanitaria sono evidenti e gli interventi messi in campo dal Governo, dalla Regione e dai Comuni hanno potuto fare ben poco anche perché i fondi, già insufficienti a far fronte a tutte le emergenze, sono finiti anche nelle mani sbagliate per colpa dei soliti truffatori che qualcuno definisce ‘furbetti’ e di Istituzioni incapaci di imporre il rispetto della legge perché occupate da una politica che non riesce ad avere una cultura della legalità degna di questo nome.

I problemi economici vanno ad aggiungersi al dolore per la morte di tante persone che ci hanno lasciato in questi mesi, in silenzio, spesso senza neanche il conforto di un ultimo saluto.
La situazione è comune a tutta Italia ma diventa ancor più difficile in quelle zone, come l’area a nord di Napoli dove la crisi economica legata alla pandemia è andata ad aggiungersi ai vari disagi economici e sociali che, da anni, attendono di essere rimossi. Ecco perché sarebbe necessaria un’azione comune di Istituzioni, Forze dell’ordine e Magistratura.

È l’area a nord di Napoli quella che maggiormente rischia di finire nelle mani della criminalità organizzata che è pronta a intervenire per entrare in possesso delle piccole e medie imprese in difficoltà. La camorra, tra l’altro, è particolarmente attenta in questi territori perché ci sono tante opere pubbliche che, anche grazie ai fondi concessi dalla Comunità europea, potrebbero es- sere messe in cantiere. E di certo la criminalità organizzata vuole la sua parte, non starà certo a guardare.

Ormai la camorra, come una vera impresa, ha diversificato le attività e le estorsioni sono ormai un vecchio ricordo. Ora si siede al tavolo per gestire le grandi opere e ‘fiuta’ il vento trovando sempre i settori in crescita dove investire i tanti capitali che ha a disposizione.

È necessario, quindi, che, ora più che mai, si rispettino tutte le leggi esistenti per evitare che la camorra e il malaffare mettano le mani anche sui fondi che possono rappresentare l’ultima speranza di riscatto per il territorio dell’area a nord di Napoli. Auguriamoci questo se vogliamo augurarci la ‘solita’ rinascita che ci auguriamo a Pasqua.

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