“È proprio impossibile passare dalle parole ai fatti?”: Ecco l’editoriale del direttore di Cogito

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Cogito è tornato. E torna con #nessunoescluso, una campagna di sensibilizzazione per rendere le città dell’area a nord di Napoli, realmente a misura di tutti.
“È importante rimuovere le barriere architettoniche e ‘mentali’ perché se quelle architettoniche, magari per sfruttare i bonus e gli aiuti economici o perché obbligati dalla legge, vengono rimosse, quelle ‘mentali’ restano e sono più difficili da smantellare” ha detto il direttore di Cogito, invitando i lettori a segnalare disservizi, testimonianze, negazione di diritti, soprusi e tutto quello che serve per tenere alta l’attenzione su questo tema.
Nel numero 457 poi c’è un’intervista al Presidente del Consorzio cimiteriale di Cardito e Crispano, la cronaca dell’esposizione degli striscioni per chiedere Giustizia per Mario Paciolla, il racconto delle difficoltà nella maggioranza a Frattamaggiore, le anticipazioni in vista delle comunali di Afragola e Frattaminore e altri temi dell’area a nord di Napoli

 

L’editoriale di Antonio Iazzetta

Non è bastato un anno di pandemia per imparare la lezione. A tutti i livelli. Sembra che il COVID-19 abbia appena fatto sentire la sua presenza se ci si sofferma a valutare azioni e pensieri che non risentono assolutamente della situazione che stiamo vivendo da oltre un anno. Tra la ‘gente comune’, ma anche tra politici e rappresentanti istituzionali. La sensazione è che quel cambiamento da tanti annunciato non ci sia stato. Non siamo usciti migliori da questa pandemia. Anzi. Forse ne stiamo uscendo peggiorati. E non mi riferisco certamente solo all’aspetto economico. Purtroppo continua a mancare quella visione comune della realtà. E ognuno pensa solo ai propri interessi e l’uscita dal tunnel in cui siamo finiti appare sempre più lontana. Proprio, per quella mancanza di visione comune, ognuno di noi continua a non rispettare in pieno tutte le regole individuate per ridurre il contagio. E, cosa ancor più grave, chi deve prendere le decisioni lo fa spesso facendosi indirizzare solo da interessi personali o ‘di bottega’. Più volte abbiamo evidenziato i tanti rischi derivanti dall’emergenza sanitaria in atto, primo tra tutti quello che la malavita possa approfittare delle difficoltà di famiglie e imprese per aumentare la sua influenza nefasta sull’economia e la società. Ma saremo in grado di dare risposte adeguate a fronteggiare un attacco così forte alle nostre vite? Saremo capaci di farlo o, anche in questo caso, ci si limiterà alle buone intenzioni e a qualche iniziativa di facciata? Ci sono tanti temi che ci spingono a essere sfiduciati e a credere che poco o nulla di concreto si farà e la malavita aumenterà la sua forza. Un esempio di come dalle parole non si passi mai ai fatti arriva dall’attenzione verso i disabili. Quante volte, in campagna elettorale, si è parlato di diritti dei disabili, della necessità di realizzare città a misura di tutti? E cosa poi è stato realmente fatto per evitare che le città siano del tutto inaccessibili a chi ha un handicap? Purtroppo non ci sono da abbattere solo le barriere architettoniche. In fondo, quelle, si abbattono facilmente. E, spesso, vengono abbattute perché la legge lo impone. Il problema è l’abbattimento delle barriere mentali. Quelle sono le peggiori e sono quelle che impediscono di portare avanti una ‘rivoluzione’ concreta e reale.

Noi, come al solito, proviamo a fare la nostra parte. Di denuncia e di proposta. Andando al di là del ruolo dei media. In genere, i media dovrebbero limitarsi a raccontare quel che succede arrivando anche a portare alla luce quel che si vuole tenere nascosto. Ma in territori come quello dell’area a nord di Napoli, un giornale locale ha anche il compito di farsi promotore di campagne tese a migliorare la qualità della vita. Di tutti. Ecco perché abbiamo deciso di avviare la campagna #nessunoescluso. In questo numero raccontiamo una delle tante storie di ‘libertà negata’, ma ne vogliamo raccontare tante altre per sollecitare chi ha il potere di cambiare le cose a farlo. Per davvero. E anche per far capire a tutti noi che ognuno può fare la sua parte evitando, per esempio, di occupare con auto o altri oggetti spazi in modo da rendere impossibile il passaggio a chi ha difficoltà a spostarsi.