Casavatore: Polizia locale, va in pensione il comandante Santacroce

CASAVATORE. Il comandante della Polizia locale di Casavatore, Lorenzo Santacroce, va in pensione. Dopo il suo ultimo giorno di lavoro, è stata svolta una cerimonia in suo onore in Comune.

Il sindaco Luigi Maglione, in nome di tutta l’amministrazione, ha salutato così il comandante: “Il comune con il pensionamento di Santacroce perde una grande risorsa, una persona molto preparata ed equilibrata, sempre ligio al dovere, grande lavoratore. Assunto nell’agosto del 1980 ha svolto 43 anni di servizio integerrimo sempre nel corpo della Polizia Municipale dove, negli ultimi cinque anni, ha ricoperto anche il ruolo di comandante. Nel corso della sua lunga carriera al servizio del comune di Casavatore, ha seguito con dedizione il servizio con grande competenza”.

Emozionato il comandante Santacroce che ha ricordato ai presenti quanto sia stato un privilegio entrare in Polizia Locale, con tutte le peculiarità di questo settore, non sempre conosciute: “Vivendole in prima persona, ho cercato di impegnarmi in questi anni per offrire un servizio alla comunità, utilizzando come strumenti: la volontà, lo studio, la formazione, l’innovazione, l’equilibrio, l’ascolto, la facilitazione nella comunicazione interna e con altri settori istituzioni. Credo che la Polizia Locale oltre alla conoscenza e alla vigilanza del territorio, debba praticare sempre la prevenzione, l’educazione alla legalità, e poi la repressione, dando il buon esempio e facendo rispettare le regole, a garanzia di una convivenza pacifica e civile. Facendo un bilancio, la mia vita lavorativa è stata un’esperienza unica che nel corso degli anni si è arricchita sempre di più  non solo di conoscenze professionali ma soprattutto di vicende umane, perché sin dalla mia entrata in questa famiglia ho vissuto a contatto con la gente  tra la gente e tra i colleghi, con il rispetto  verso le istituzioni e soprattutto onorando la divisa che mi resterà attaccata addosso come una seconda pelle, sebbene qualche volta ho vissuto con questo lavoro un rapporto conflittuale di odio- amore, ma nel quale ho sempre creduto”.

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