Due ore di rivolta nel carcere di Avellino, la direttrice li fa desistere e rientrare in cella

 

La scintilla è scoccata poco prima delle due del pomeriggio di ieri ed è diventata subito un incendio che è divampato all’interno del carcere di Avellino. Cinquanta detenuti, si sono impadroniti delle due sezioni in cui sono reclusi per reati comuni e si sono asserragliati all’interno dopo aver distrutto arredi, suppellettili ed ogni altra cosa si trovasse alla loro portata. La rivolta è durata circa due ore. Due ore di trattative che hanno vista impegnata la direttrice del carcere, Concetta Felaco, che intorno alle 16 li ha convinti a tornare in cella. La causa della protesta sarebbe stata la punizione per motivi disciplinari inflitta ad un detenuto. Da lì è scoppiato il caos, i danni non ancora quantificati, ma fonti interne li definiscono ingenti. L’allarme lanciato dalla direttrice ha fatto scattare il protocollo operativo che, sotto il coordinamento del prefetto di Avellino Paola Spena e del questore Nicolino Pepe, ha portato al dispiegamento di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia municipale che hanno cinturato l’area perimetrale e bloccato tutti gli accessi. Sul posto anche il procuratore capo di Avellino, Airoma. Non ci sarebbero stati scontri tra detenuti e la Polizia penitenziaria, anche se due agenti, hanno dovuto far ricorso alle cure del pronto soccorso dell’ospedale “Moscati” e un terzo è stato medicato per lievi ferite nell’infermeria del carcere. È stato anche accertato che i detenuti erano in possesso di taniche di olio bollente che, si ipotizza, sarebbe stato usato contro le forze dell’ordine nel caso avessero tentato la prova di forza. Quattro detenuti, organizzatori della rivolta, sono stati già trasferiti in penitenziari fuori dalla Campania. Numerose le reazioni dei sindacati di categoria che parlano di una “situazione non solo prevedibile, ma prevista” e chiedono l’invio ad Avellino di un contingente delle unità speciali del Gom della Polizia Penitenziaria. La Uilpa, in particolare, chiede al governo il varo immediato di un decreto carceri che risolva con urgenza il problema della carenza di organico nei penitenziari italiani, all’appello mancherebbero 18 mila unità.