“ La Politica tra brand alla moda e costose royalty…Renzi lancia Il Centro al centro “

di BIAGIO FUSCO – Con un sonoro proclama Renzi annuncia la sua candidatura a Milano per il prossimo appuntamento elettorale fissato in agenda, che prevede il rinnovo dei rappresentanti del popolo al Parlamento Europeo.

Mi candiderò a Milano , grida l’ideatore della Leopolda. Ma, si sa, ogni buon capo politico che si rispetti non può scendere in campo privo delle adeguate dotazioni ed accessori di cammino, e dunque l’ex Premier PD lo fa alla sua maniera solitamente imprevedibile, lanciando un nuovo brand, soprattutto augurandosi che stavolta esso sia nato sotto i migliori auspici in termini di consenso popolare e che non sia costretto a recitare la parte da comprimario in qualche coalizione organizzata pensando ad un campo largo,  appositamente per occupare spazi lasciati vuoti al centro. Eh sì, tenendo fede alle anticipazioni ed aspettative di molti curiosi interessati, la nuova creatura di Matteino si chiamerà proprio “ Il Centro ”.

Voglio affermare in nove mesi quello che nessuno sta affermando in Italia, ossia che c’è bisogno di dare una sveglia all’Europa sennò si va tutti a casa. Queste le prime parole che di fatto tagliano il nastro inaugurale della campagna elettorale di Renzi, quantomeno nei contenuti i quali preannunciano un dibattito che concentrerà il focus su tutte le questioni critiche più delicate che – a suo avviso – collocano l’Europa Unita in una fase di inattività non accettabile e di apparenza poco identitaria. Ecco perché si avverte la necessità di brand innovativi, che risveglino il gradimento popolare, quasi che la politica sia stata relegata dentro un affare ormai incentrato soltanto sull’appeal di un marchio nuovo, di cui ci si serve per segnare un distacco nella continuità col passato.

Ci candideremo alle Europee…e non saremo soli: abbiamo nove mesi per mostrare il nostro percorso. Il mio è un appello a tutti i dirigenti di Iv a mettersi in gioco. Da stratega avveduto ed esperto Renzi va in cerca delle giuste condivisioni rispetto al proprio progetto, di certo ambizioso, partendo dal collegio del capoluogo lombardo con una sfida che egli spiega ai cronisti come tentativo dettato dalla preoccupazione di salvare l’Europa che attualmente vive un momento di crisi e di grave rischio per la propria integrità.

Questo lo dico e lo faccio non perché uno sia alla ricerca di chissà quale ulteriore riga nel proprio curriculum. L’Ue rischia di saltare . Nella conferenza stampa indetta nella città meneghina il Matteo di sinistra chiama a raccolta i suoi e tutta la famiglia di Italia Viva, perché sarà utile il contributo di ciascuno, nessuno escluso, se vuole riuscire a mettere insieme la stessa identica maggioranza di oggi, con l’inserimento del partito italiano all’interno di un unico discorso politicamente ispirato alla sintesi sostanziale delle diverse vedute che convergano sull’assimilazione di un quadro valoriale reciprocamente partecipato. Renzi – lo conoscono in tanti – è un soggetto che guarda sempre avanti e per le europee 2024 al suo orizzonte politico non sfugge uno scenario, composto da un gruppo nel quale siedono PPE e socialisti senza Alternative für Deutschland, Vox o gli estremisti di sinistra, perchè “ Italia Viva non lascia ma raddoppia “.

L’obiettivo del grande Rottamatore è fin troppo chiaro, andare a posizionarsi nel grande bacino dei moderati, cattolici e riformisti che guardano a sinistra e tentare di erodere quanto più gli errori degli altri lo consentano il pacchetto di voti destinati a FI e PD. Non importa prendere il 41% per essere decisivi a questo giro. Basta molto meno e possiamo farlo… Non so come possa votare i sovranisti un lombardo che ha votato Forza Italia in passato e che crede in una visone europea “. Il leader toscano è più che convinto che la neonata formazione politica di cui legittimamente si sente ispiratore ed artefice guadagnerà un ruolo decisivo nel concretizzare le iniziative del prossimo governo europeo, malgrado la dote costituita dalle percentuali di voto che porterà a casa presumibilmente non sarà molto alta; tutto ciò non importa se Il Centro determinerà importanti equilibri nella maggioranza europea ed avrà una responsabilità nella loro conservazione e protezione, perché equivarrà al riconoscimento in capo a sé di una porzione del potere.

Per realizzare il suo proposito Renzi è disposto ad aprire il dialogo anche ad esponenti dem, come Gori e Maran, a patto che non si frapponga alcuna pregiudiziale che vincoli una potenziale intesa alla distruzione del lavoro compiuto quando si era tutti insieme al Governo dell’Italia con il Pd, ovvero quando si è percorso lo stesso cammino. Su tutto ovviamente il riferimento va in primis al Job Act.