Di Biagio Fusco – La legge italiana finalmente disciplina l’oblio oncologico

La legge italiana finalmente disciplina l’oblio oncologico

E’ stato necessario attendere il primo Premier donna nella storia repubblicana del nostro Paese, per fare in modo che la legge italiana finalmente desse una adeguata regolamentazione giuridica all’oblio oncologico. Una conquista importante per una nazione europea ed un popolo europeista, se si immagina che d’ora in avanti l’adozione di un minore, la partecipazione ad un concorso pubblico con la speranza di trovare un impiego dignitoso, la richiesta di un mutuo personale presso una banca o un qualsiasi istituto di credito, non incontrerà più quegli ostacoli dettati da quelle che, senza sconti eufemistici, si possono definire “ discutibili policy interne “. Insomma, con l’approvazione di una legge ad hoc l’Italia dice stop alle discriminazioni nei confronti delle persone guarite dal cancro e pone un argine che in maniera cautelativa garantirà una tutela a diritti particolarmente sensibili. Il Parlamento, in entrambi i suoi rami, ha licenziato il nuovo provvedimento normativo con l’unanimità dei consensi disponibili ed infatti nell’aula dei senatori, dove il disegno di legge era giunto dopo il sì incassato dai deputati, è stata tributato una lunga standing ovation al voto dell’assemblea. All’entusiasmo manifestato dalla politica si è unita l’emozione dei medici dei vari reparti di oncologia istituiti negli ospedali dell’intera nazione, insieme alle libere associazioni del volontariato che presta supporto alle comunità di pazienti e loro famiglie nella condivisione delle esperienze di dolore e sofferenza umana. Nel coro di voci che hanno espresso gioia e soddisfazione c’era quella istituzionale del Ministro della Salute Orazio Schillaci, il quale parla di una vera ” legge di civiltà “, per poi dichiarare inoltre: “ Con l’approvazione definitiva della legge vinciamo una battaglia di civiltà a difesa delle persone guarite dal cancro. Ringrazio i parlamentari di tutte le forze politiche che con questo provvedimento hanno contribuito a restituire alle persone che si sono lasciate alle spalle un tumore la possibilità di vivere una vita piena senza steccati e discriminazioni… “. Attualmente in Italia con infinita ammirazione sale all’incirca ad un milione la cifra di coloro che potranno beneficiare di questa disposizione normativa, poichè dichiarati in via definitiva come guariti da un tumore, tutto ciò a fronte di un dato numerico, purtroppo, non altrettanto felice, il quale ci rivela che sono invece 3,6 milioni quelli che vivono con una diagnosi di cancro. La legge, appena battezzata dal nostro ordinamento, contiene norme specifiche dirette a preservare la privacy di ex pazienti oncologici e dunque a prevenire eventuali fenomeni discriminatori nelle chance di accesso al credito assicurativo e finanziario per costoro e nella capacità di competere in ambito lavorativo senza subire frustranti limitazioni. E per tale ragione, sarà vietato assumere informazioni riguardanti una pregressa affezione oncologica, dopo che saranno trascorsi 10 anni dalla fine dei trattamenti ed in assenza di recidiva in questo ultimo arco temporale; per i pazienti in cui sia intervenuta diagnosi antecedente ai 21 anni, il limite si riduce a 5. Sull’argomento, assai delicato per i profili che esso involge nella vita sociale quotidiana delle persone interessate, ha esternato la propria autorevole opinione Francesco Perrone, Presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, il quale a tal proposito ha detto: “ I cittadini guariti dal cancro in Italia non saranno più discriminati nella vita sociale, professionale e familiare…La legge non tutela solo nei rapporti con banche e assicurazioni ma anche in sede concorsuale, qualora sia prevista un’idoneità fisica e nell’ambito dei procedimenti di adozione…una legge più avanzata rispetto a quanto stabilito in altri Stati che hanno già adottato norme su questo tema ”. Comunque, non è escluso che si procederà con la strutturazione di un tavolo tecnico permanente che si occuperà, caso per caso, di valutare l’abbreviazione ulteriore di questi termini, sulla base della singola situazione personale. La ratifica del Parlamento italiano ad un progetto di legge che, in verità, era fermo nell’agenda della politica ormai da un tempo non più accettabile rappresenta un premio speciale giunto al culmine di un appassionato impegno, profuso per il raggiungimento dello scopo da parte di tutto il mondo del volontariato associativo. Ed infatti, Francesco Cognetti, Presidente di FOCE, Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi, auspica ora una ” reale e concreta applicazione della legge “, mentre Francesco De Lorenzo, Presidente di FAVO, Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, tiene a sottolineare che con oggi “viene cancellato per legge lo stigma cancro = morte o malattia inguaribile, purtroppo ancora ben radicato nel comune sentire ”. Ugo Cappellacci, che presiede alla Camera la Commissione Affari Sociali e Salute chiarisce che: “ con l’approvazione definitiva del DDL, alla guarigione segue ora il ritorno alla vita sociale per gli ex pazienti. Una bella pagina di libertà e di speranza ”, considerato che ora, dopo il febbraio 2022 in cui la Commissione Europea invitò nell’ambito del Piano Oncologico Europeo gli Stati Membri all’adozione di una legge sul Diritto all’Oblio Oncologico entro il 2025, secondo FIAGOP (Federazione Italiana delle Associazioni di Genitori e Guariti Oncoematologia Pediatrica) e AIEOP (Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica) l’esistenza di una precisa prescrizione di legge distrugge in maniera formale e sostanziale lo stigma della malattia imposto dalla burocrazia.

 

Afragola (Na), lì 06.12.2023                                                                                                           Avv.  Biagio Fusco