Introduzione: Nel cuore di una vicenda complessa e dolorosa, Fabrizio Barretta, un papà divorziato residente a Quarto (NA), si ritrova a lottare contro una decisione giudiziaria che minaccia di separarlo dal proprio figlio di 4 anni e mezzo, Christian. Questa storia tocca le corde più profonde dell’ingiustizia, poiché un tribunale italiano ha deciso, nonostante le evidenti preoccupazioni, di ri-trasferire il bambino in Inghilterra, un paese dove Fabrizio non può garantire la sicurezza e il benessere del proprio figlio.
Contesto Familiare: La madre di Christian, anche lei italiana, vive in Inghilterra, ma a causa di problemi di salute mentale, in particolare un disturbo di personalità, non può prendersi cura del bambino. Nel 2021, le autorità britanniche avevano già allontanato la madre da Fabrizio e da Christian a causa del suo comportamento violento e instabile. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che, una volta in Inghilterra, il bambino sarebbe collocato in una casa famiglia, perdendo completamente il contatto con il padre e ritrovandosi in un ambiente sconosciuto.
Il Cuore della Questione: Durante le udienze, il consulente CTU, il Curatore, gli assistenti sociali e persino il Pubblico Ministero, tutti nominati dallo stesso tribunale, hanno espresso pareri contrari alla decisione di trasferire Christian. Le preoccupazioni riguardano l’incolumità del minore, la sua incapacità di comunicare in inglese e il rischio di trovarsi in un ambiente sconosciuto senza il sostegno familiare. Nonostante questi avvertimenti, il tribunale ha emesso la sentenza di trasferimento, ignorando gli impatti negativi che potrebbero derivare dalla separazione di Christian dal padre.
L’appello di Fabrizio: Disperato e in cerca di giustizia, Fabrizio Barretta lancia un accorato appello per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa ingiustizia. La sua richiesta è semplice: condividere la storia il più possibile per far sì che la decisione del tribunale venga riconsiderata e che Christian possa rimanere con il padre, garantendo così il suo benessere e la sua sicurezza.
Ultime parole di Fabrizio: “Per favore sono disperato, aiutatemi a dare voce a questa ingiustizia. Condividete più che potete. Grazie.”
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