Il 13 marzo, nella casa di reclusione “Gian Battista Novelli” a Carinola è stata teatro di un grave episodio di violenza, quando un detenuto ha brutalmente aggredito un poliziotto penitenziario. Secondo quanto riportato dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), l’assistente capo coordinatore è stato attaccato mentre apriva la porta della cella al detenuto, che lo ha colpito ripetutamente con pugni e calci.
La situazione avrebbe potuto degenerare ulteriormente se non fosse stato per l’intervento tempestivo di altri detenuti che sono riusciti a neutralizzare l’aggressore, il quale ha continuato a opporre resistenza anche dopo l’arrivo del supporto da parte dei poliziotti. Questo episodio evidenzia la costante tensione e il pericolo che gli agenti penitenziari affrontano quotidianamente all’interno delle carceri italiane.
Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha espresso preoccupazione per la sicurezza del personale penitenziario, sottolineando la necessità di introdurre nuovi strumenti di difesa come il taser, kit antiaggressione, guanti antitaglio e telecamere portatili. Capece ha evidenziato la mancanza di adeguata preparazione e aggiornamento professionale del personale penitenziario da parte dell’Amministrazione penitenziaria, mettendo in luce la loro eroica dedizione nel gestire situazioni di estrema criticità con risorse limitate.
La testimonianza di Capece riflette un’allarmante realtà: i poliziotti penitenziari spesso devono fare affidamento solo sulle proprie capacità e sul senso di comunità per affrontare situazioni di violenza, senza avere a disposizione gli strumenti necessari per garantire la propria sicurezza. La sicurezza all’interno delle strutture carcerarie deve essere una priorità assoluta, e questo episodio rappresenta un ennesimo richiamo alla necessità di implementare misure efficaci per proteggere il personale penitenziario e garantire un ambiente di lavoro sicuro.