Ciambriello: prevenire i suicidi nelle carceri con misure alternative e contrasto al sovraffollamento

Napoli – Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, ha sottolineato la necessità di contrastare il sovraffollamento nelle carceri, potenziare la presenza di psicologi, psichiatri, assistenti sociali ed educatori, migliorare le prestazioni sanitarie, e incrementare le attività educative e ricreative. Ciambriello ha inoltre evidenziato l’importanza di promuovere misure alternative alla detenzione, come l’affidamento in prova e la detenzione domiciliare, riservando il carcere ai casi più gravi e garantendo un percorso di rieducazione e reinserimento nella società.

Durante una conferenza stampa tenuta presso la Sala “Caduti di Nassiriya” del Consiglio Regionale della Campania, Ciambriello, insieme al Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Gennaro Oliviero, e al Garante dei diritti delle persone detenute e private della libertà personale della Città di Napoli, don Antonio Palmese, ha presentato il dossier “Morire in carcere” 2002-2024. Questo dossier contiene aggiornamenti sui dati dei suicidi nelle carceri italiane, con particolare attenzione alla situazione a Napoli.

Ciambriello ha dichiarato che dall’inizio dell’anno al 5 luglio scorso, 51 detenuti si sono tolti la vita in Italia, con un incremento di 16 unità rispetto al 2022. In Campania, si sono verificati 6 suicidi tra i detenuti, di cui 3 nella Casa Circondariale di Poggioreale, 1 nella Casa Circondariale di Secondigliano, 1 nella Casa di Reclusione di Carinola e 1 nella Casa Circondariale di Ariano Irpino. Inoltre, 6 agenti di Polizia Penitenziaria si sono tolti la vita nello stesso periodo. Ciambriello ha criticato le misure adottate dal Governo, definendole insufficienti per fermare questo dramma.

Il Presidente del Consiglio Regionale, Gennaro Oliviero, ha annunciato che in autunno sarà promossa una seduta monotematica del Consiglio Regionale sulle problematiche del sistema carcerario campano, con particolare attenzione all’assistenza sanitaria nelle carceri. L’obiettivo è trasformare i dati raccolti dal Garante in iniziative concrete nei confronti del Governo centrale per affrontare il sovraffollamento delle carceri, adottare misure alternative e favorire il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti. Oliviero ha sottolineato l’importanza di una strategia politica nazionale più attenta alle vicende umane e carcerarie, e ha ribadito l’impegno a sostenere la sanità carceraria nonostante la carenza di medici in tutta la regione.

Don Antonio Palmese ha aggiunto che è essenziale puntare su una vera umanizzazione delle carceri e su percorsi alternativi alla detenzione, coinvolgendo più direttamente la magistratura di sorveglianza per affrontare le situazioni dei detenuti in modo più umano e concreto.