 La tragica vicenda di Giulia Tramontano, giovane di 29 anni assassinata con 37 coltellate, continua a far discutere. Il suo compagno, Alessandro Impagnatiello, era pienamente capace di intendere e di volere al momento del delitto, secondo la perizia presentata nel processo a suo carico. Giulia, incinta di sette mesi, è stata aggredita nella loro abitazione a Senago, nel Milanese.
La tragica vicenda di Giulia Tramontano, giovane di 29 anni assassinata con 37 coltellate, continua a far discutere. Il suo compagno, Alessandro Impagnatiello, era pienamente capace di intendere e di volere al momento del delitto, secondo la perizia presentata nel processo a suo carico. Giulia, incinta di sette mesi, è stata aggredita nella loro abitazione a Senago, nel Milanese.
La perizia, firmata dallo psichiatra forense Pietro Ciliberti e dal medico legale Gabriele Rocca, ha evidenziato che Impagnatiello non presentava infermità di rilievo durante l’episodio. I periti hanno escluso la presenza di disturbi psicopatologici, sottolineando invece tratti di personalità narcisistici e psicopatici, che però non sono stati considerati una patologia, ma piuttosto una caratteristica della sua personalità.
Dopo aver tentato di bruciare il corpo di Giulia, Impagnatiello ha cercato di disfarsene, un gesto che ha suscitato sconcerto e indignazione. La perizia mette in luce la complessità del caso, rivelando aspetti inquietanti sulla personalità dell’imputato e la gravità del reato commesso.
 
						 
							 
			 
			 
			 
			







