Le attività di monitoraggio ambientale da parte dell’Arpa Campania proseguono in seguito all’incendio sviluppatosi nell’area industriale di Pascarola, a Caivano. L’Agenzia regionale ha prontamente attivato la rete di rilevamento della qualità dell’aria, composta da stazioni fisse, tra cui una situata nell’area direttamente interessata dall’incendio, e un laboratorio mobile che è stato posizionato nella serata del 9 aprile al confine con la zona abitata.
I dati raccolti fino alla mattina del 10 aprile non evidenziano superamenti dei limiti di legge relativi alla qualità dell’aria. Tuttavia, sono stati registrati picchi orari di alcuni inquinanti, che gli esperti associano con buona probabilità all’incendio in corso. Sebbene tali concentrazioni non abbiano oltrepassato le soglie di allerta, le autorità monitorano con attenzione la situazione, considerando anche l’evoluzione delle condizioni meteo-ambientali.
Secondo quanto comunicato dall’Arpa, le concentrazioni di inquinanti stanno gradualmente diminuendo nel corso della mattinata, suggerendo un possibile miglioramento della situazione. In attesa dei risultati delle analisi più approfondite, inclusi gli esami relativi alla presenza di diossine, l’agenzia ha assicurato che i dati definitivi verranno resi pubblici non appena disponibili.
Nel frattempo, l’intervento rimane attivo, e le autorità sanitarie e ambientali continuano a monitorare l’emergenza per garantire la sicurezza della popolazione residente e dell’ambiente circostante.
Dettaglio dei principali inquinanti rilevati:
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Particolato (PM10 e PM2.5): I picchi di PM10 sono stati significativi, con un valore orario di 69 µg/m³ rilevato nella stazione di Acerra Scuola Caporale nella notte del 9 aprile. Tuttavia, questi picchi non hanno causato il superamento della soglia giornaliera di 50 µg/m³. Per quanto riguarda il PM2.5, i valori orari hanno raggiunto i 54 µg/m³, ma le concentrazioni giornaliere sono rimaste sempre sotto i 20 µg/m³. Gli esperti ritengono che i picchi orari, soprattutto durante la notte, possano essere correlati alla nube di fumo generata dall’incendio, ma non ci sono criticità rispetto ai limiti giornalieri.
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Benzene: Il benzene, un composto organico volatile cancerogeno, ha mostrato un aumento progressivo durante la notte. Il valore medio orario è passato da 0,8 µg/m³ alle 16:00 a 4,1 µg/m³ a mezzanotte (nella stazione di Acerra Scuola Caporale, notte del 9 aprile). Poiché il limite di legge per il benzene riguarda la media annuale, i dati orari vanno interpretati nel contesto di un monitoraggio continuo nel lungo periodo.
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Ozono: Le concentrazioni di ozono (O3) hanno mostrato una tendenza alla trasmissione durante le ore notturne, con valori medi orari inferiori a 20 µg/m³ in tutte le centraline analizzate. Questo comportamento è tipico per questo inquinante, la cui formazione è facilitata dalla radiazione solare.
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Monossido di carbonio (CO) e Composti organici volatili (Toluene, Xilene): Il monossido di carbonio ha mostrato valori contenuti, con picchi fino a 0,7 mg/m³ nella stazione di Acerra Scuola Caporale, senza superare i limiti di legge. I composti organici volatili come il toluene e il xilene hanno avuto concentrazioni sporadiche elevate, ma per questi inquinanti non sono previsti limiti normativi.
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Biossido di azoto (NO2): I livelli di NO2 hanno mostrato un aumento significativo durante la notte, con picchi registrati principalmente nelle aree industriali. Nella centralina di Acerra Zona Industriale, il valore massimo di NO2 è stato di 70,1 µg/m³ alle 21:00, comunque al di sotto del limite medio orario di 200 µg/m³ fissato dalla normativa vigente.
Le attività di monitoraggio continueranno per tutta la durata dell’emergenza, con un’attenzione particolare all’evoluzione della qualità dell’aria e al benessere della comunità locale.