Caivano (NA) – Estorsioni, minacce, controllo del territorio e un clima di terrore tornano a scuotere Caivano. Sette persone sono state fermate nelle ultime ore, accusate di far parte di un’organizzazione camorristica capeggiata da Domenico Ciccarelli, 52 anni, detto “caciotta”. Insieme a lui sono finiti nel mirino degli inquirenti Rita De Luca (51), Bruno Ciccarelli (30), Ciro Ciccarelli (31), Angelo Ferraiuolo (56) e Antonio Esposito (47), tutti ritenuti affiliati a vario titolo al clan attivo non solo nel comune napoletano, ma anche nei territori limitrofi.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo sarebbe stato responsabile di decine di episodi estorsivi a danno di imprenditori e commercianti, soprattutto nel settore edile, ma anche bar, concessionarie e altre attività commerciali. Le richieste estorsive erano spesso ingenti: si parla di migliaia di euro a colpo, con “donazioni” imposte fino a 43mila euro. Il pretesto? “Per i carcerati”, spiegavano gli estorsori. Ma il messaggio era chiaro: “Se non paghi, devi andartene da Caivano”.

L’associazione, secondo l’accusa, aveva come scopo il controllo diretto o indiretto delle attività economiche del territorio. A garantire la forza e la continuità del gruppo, una rete fitta di appoggi e complicità, che avrebbe permesso agli affiliati – anche detenuti – di ricevere sostegno economico e di contare su protezione e copertura. In questo contesto, ognuno dei componenti avrebbe contribuito consapevolmente al raggiungimento degli obiettivi criminali.

Domenico Ciccarelli, figura centrale dell’inchiesta, è indicato come capo e promotore del sodalizio. A lui sarebbe spettato il compito di coordinare le strategie del clan, impartire ordini e supervisionare le estorsioni. L’organizzazione, spiegano gli investigatori, avrebbe intensificato le proprie attività a partire dal periodo natalizio, dando il via a una vera e propria escalation criminale che ha seminato paura tra i cittadini e gli operatori economici locali.

Le indagini proseguono per chiarire l’ampiezza della rete e identificare eventuali altri complici o fiancheggiatori. Ma il segnale lanciato dallo Stato è forte: il territorio non è lasciato solo e la risposta alle intimidazioni camorristiche sarà decisa e costante.

La Scimmietta Afragola