Appello a Meloni a cento giorni dal funerale di Martina Carbonaro. E’ stata dimenticata

“Faccia ad Afragola quel che ha fatto a Caivano. Renda la città un laboratorio per avviare e sperimentare azioni contro la violenza di genere”.

A lanciare la proposta in una lettera appello indirizzata alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il consigliere comunale di Afragola, Antonio Iazzetta.

“Cento giorni fa davamo l’ultimo saluto a Martina, uccisa ad Afragola dal fidanzato, per aver detto un NO. La sua drammatica storia, che è stata al centro dell’attenzione mediatica e politica, sembra essere stata archiviata senza avviare un reale e concreto cambio di passo. Come purtroppo è capitato in tante, troppe, altre occasioni” si legge nella lettera dove si sottolinea come “il dramma di Martina non può essere archiviato senza avviare un reale e concreto cambio di passo. Come purtroppo è capitato in tante, troppe, altre occasioni”.

“Quasi due anni fa la brutta storia delle cuginette di Caivano ha spinto il Governo a puntare su Caivano, facendola diventare, nelle intenzioni, un laboratorio per le tante periferie d’Italia, come più volte ripetuto” ha aggiunto Iazzetta ricordando che “Afragola confina con Caivano. Ha gli stessi problemi socio economici e ha anche un rione ghetto che meriterebbe attenzione, come e più del Parco Verde: le Salicelle”.

Villa comunale a Frattamaggiore: la proposta del direttore di Cogito - Nano TV Iazzetta sottolinea che “nel quartiere le strade sono ancora senza nome e 6.000 persone sono costrette a vivere in un quartiere dove non c’è neanche un bar, senza dimenticare che altre zone della città non sono immuni da problemi sociali simili che creano quell’humus culturale nel quale prosperano le ‘culture’ che portano poi alla violenza sulle donne e ai femminicidi”.

“Anche il luogo dove è stata uccisa Martina presenta analogie con quello che è successo a Caivano visto che è un immobile di proprietà pubblica lasciato incustodito nonostante sia oggetto di un finanziamento del PNRR per la sua riqualificazione” continua il Consigliere.

Per questo Iazzetta chiede che Afragola diventi un laboratorio per combattere la violenza di genere e scrive che “lo dobbiamo a Martina per far sì che le parole spese in occasione della sua morte non restino vuote e inutili. E’ necessario trasformarle in atti concreti per far sì, come ci ha ricordato un commosso Cardinale Battaglia nell’omelia durante il funerale di Martina, ‘un no deve essere un diritto e non una condanna’”.

Iazzetta conclude il suo appello con proposte concrete: “Sono tante le cose e non posso essere certamente io, da solo, a idearle e proporle, non ho una simile presunzione, ma nell’immediato, si potrebbe cominciare con piccole iniziative, realizzabili immediatamente, prima di progettarne altre frutto di una sinergia tra Istituzioni e associazionismo: Centro antiviolenza dedicato a Martina nell’ex casa del custode del campo sportivo dove è stata uccisa Martina; Apertura della Casa per donne vittime di violenza nella Masseria Ferraioli nella struttura già ristrutturata e disponibile a tal fine nel bene confiscato più grande dell’area metropolitana di Napoli; Iniziative permanenti nelle scuole cittadine per diffondere la cultura del rispetto reciproco e contrastare la violenza di genere; Dipingere di rosso la panchina del Corso Garibaldi divenuta ‘famosa’ per il video delle registrazioni che ha ‘raccontato’ le ultime ore di vita di Martina”.