Preoccupazione a Bagnoli, ‘la Coppa America porti futuro’ Cittadini, no a vetrine.Cosenza,accelerazione lavori pianificati

Sono 30 anni che si parla di Bagnoli, ma non si fa mai nulla”. C’è preoccupazione tra i cittadini di Bagnoli per l’arrivo della Coppa America, perché è vero – come sottolinea Osvaldo Cammarota del Circolo Ilva di Bagnoli – che la manifestazione “è una straordinaria occasione per imprimere un’accelerazione ai lavori” nell’ex impianto industriale, “magari recuperando il tempo perso”. Ma anche vero che “bisogna evitare che questo resti un episodio: bisogna fare in modo che per il tessuto economico e sociale del territorio si possa accompagnare a questo evento un processo di sviluppo nel tempo”.

L’occasione per fare il punto è stato l’incontro tra i cittadini e le autorità, voluto dal commissario straordinario del Governo per Bagnoli, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, dal sub commissario Dino Falconio e dall’assessore alle infrastrutture Edoardo Cosenza. “Abbiamo un dialogo con il territorio – dice quest’ultimo – anche se il Comune ha poteri limitati sulla Coppa America. Ci lavoriamo sapendo che questo grande evento non cambia nulla del piano urbanistico su Bagnoli ma porta una accelerazione di tutti i lavori già pianificati. La Coppa America può cambiare il destino di questa zona”. Anche Falconio parla di “grande occasione: la coppa è un’acceleratore di un processo che era già stato attivato. Ci offre l’opportunità di anticipare una serie di interventi che rimarranno a beneficio della cittadinanza dopo la fine delle gare e avrà una ricaduta economica di circa un miliardo e 300 milioni per la città di Napoli”.

E poi, aggiunge, “il cittadino troverà un mare balneabile e finalmente si realizzerà il sogno di poter avere una Bagnoli nuova”.  Un sogno che gli abitanti del quartiere si augurano si realizzi davvero. “Ci sono eventi vetrina – spiega il portavoce del comitato di quartiere Walter Iannuzzi – che si fanno qui dove le voci del territorio sono molto poche, parlano le solite facce che per 20-30 anni hanno provato a governare la zona, facendolo diventare quello che è adesso. Un territorio dismesso, abbandonato, che chiede a gran voce ancora interventi”. Dunque, conclude, la preoccupazione è concreta: “temiamo che eventi come la Coppa America diventino un’ennesimo evento speculativo che lascia poco ai cittadini, per il futuro della spiaggia e del quartiere”.