Gli attacchi di Hamas su suolo israeliano fecero 1200 morti e 250 rapiti. La reazione contro Gaza conta oltre 67mila morti. 48 ostaggi sono ancora prigionieri, vivi probabilmente 20.
1200 israeliani massacrati, violentati, o uccisi a sangue freddo in appena 24 ore. Altri 250 sequestrati. La strage feroce di Hamas sconvolge e devasta Israele, la cui vendetta non si fa attendere. Il bersaglio è Gaza.
Fin dai primi raid a tappeto, le vittime includono insieme i terroristi e la popolazione civile di Gaza. Le città della Strisca, vengono sistematicamente distrutte, costringendo la popolazione a un esodo dopo un altro. Il mondo osserva, con sempre maggior preoccupazione. l’Idf prova a stringere d’assedio quel che resta di Hamas, aprendo a singhiozzo i valichi agli aiuti umanitari. Per l’Onu, che diventa una dei principali antagonisti di Israele, la fame viene usata come arma di guerra. Vengono colpite chiese, moschee, scuole, ospedali. È Hamas che usa i civili come scudo, accusa Israele. Oggi parlano i numeri: In due anni sono quasi 70 mila i morti nella Striscia di Gaza e 170 mila i feriti.
Nel novembre arriva un primo cessate il fuoco, durato sette giorni: 105 ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi. Il 1° dicembre le ostilità riprendono. A gennaio 2024 Israele attacca nuovamente i centri urbani, e a maggio l’assedio di Rafah provoca l’esodo di 600 mila civili nonostante gli ordini della Corte internazionale di giustizia di fermare l’offensiva.
Secondo l’Onu (settembre 2025), i morti palestinesi superano i 67 mila e i feriti sono oltre 167mila; le donne e i minori rappresentano circa il 70% delle vittime. Oltre 1,9 milioni di persone, il 90% della popolazione, sono state sfollate più volte. Le immagini satellitari UNOSAT mostrano più di 160 mila edifici distrutti o gravemente danneggiati: il 70% delle abitazioni e l’80% delle scuole. Trentaquattro dei trentasei ospedali risultano fuori uso. «Gaza è quasi inabitabile», scrivono Le Monde e Financial Times.
Da quasi due anni, il mondo assiste a livelli insondabili di morte e distruzione nella Striscia di Gaza occupata. Il brutale assalto di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza ha ucciso decine di migliaia di persone, annientato intere famiglie, raso al suolo quartieri residenziali, distrutto infrastrutture critiche e sfollato forzatamente 2 milioni di palestinesi, oltre il 90 per cento della popolazione della Striscia di Gaza, causando una catastrofe umanitaria senza precedenti.
Amnesty International ha indagato sulla condotta di Israele a Gaza e le prove che ha raccolto e analizzato forniscono una base sufficiente per concludere che Israele sta commettendo un genocidio a Gaza dopo il 7 ottobre 2023.
Parallelamente alla guerra ad Hamas, Netanyahu mette nel mirino anche Hezbollah in Libano, con le bombe e con altri mezzi: fa esplodere i cercapersone di migliaia di militanti di Hezbollah, poi invade il Libano via terra, infine uccide, a Beirut, il leader Nasrallah, stanato in un un bunker con bombe di precisione. Sono oltre 550 i libanesi morti nel conflitto.
Brucia ormai tutto il Medioriente. Israele colpisce anche lo Yemen da dove gli houti lanciano missili sulle città israeliane e sulle navi nel Mar Rosso. Nel vuoto di aiuti, collassa all’improvviso un altro regime, la Siria di Assad, messo in fuga da una brigata già ritenuta jihadista. Israele ne approfitta e crea una “zona cuscinetto” in territorio siriano – occupando le alture del Golan.
È tempo per Netanyahu di mettere in ginocchio il più grande nemico storico: l’Iran. Israele dà il via a un’escalation con Teheran che culminerà nella guerra dei 12 giorni in cui Israele, con l’aiuto delle bombe degli alleati americani, sferra un attacco con l’obiettivo dichiarato di interrompere il programma nucleare iraniano. Un attacco mai visto, il cui esito è ancora tutto da chiarire ma che mostra la debolezza di Teheran.
Tocca alla fine anche al Qatar, il Paese che ha finanziato Hamas e che lo ha reso attore credibile nei negoziati. Un raid israeliano colpisce un edificio a Doha, dove i membri di Hamas negoziavano ill rilascio degli ostaggi.
Una guerra che in due anni ha provocato una profonda frattura internazionale,e ha portato in piazza ovunque milioni di persone nel mondo,cosi come in Italia teatro negli ultimi tempi di grandi folle,proteste e atti di disobbedienza civile da nord a sud che coinvolgono universita’ e scuole.
Oggi la speranza sono i colloqui di pacei in Egitto: