Umberto Tozzi dice addio ai live, ‘ogni cosa ha il suo tempo’ Nel 2026 12 concerti tra Italia e estero, il 5 ottobre sold out a Verona

“Ripensaci” chiedeva un cartellone nelle prime file dell’Arena di Verona, che ieri sera ha ospitato ‘La grande festa’ de ‘L’ultima notte rosa the final tour’, ma Umberto Tozzi ha deciso: “Ogni cosa ha il suo tempo” e per lui è arrivato quello dell’addio alla scene, ma non prima di un ultimo giro di giostra, con 12 date, 7 in Italia – come le lettere del suo nome – e 5 all’estero, come quelle del cognome. “La I di Tozzi sarà l’ultimo concerto” garantisce l’artista, incontrando la stampa a Milano. “A essere sincero – aggiunge Tozzi, – qualcuno venuto ai miei concerti mi ha detto che non sembra il finale di una carriera, ma sono contento di finire in questo modo e ripensamenti dal vivo, per il momento, non ce ne sono.

Ci sono altri progetti, non musicali, ma ne parleremo, per ora sono fiero di riuscire a terminare la mia carriera in questo modo. Con questo tour ho ricevuto più di quello che potessi aspettarmi”. Partito nel giugno 2024 dalle Terme di Caracalla a Roma, il giro di concerti ha toccato Piazza San Marco a Venezia, palasport e teatri fino al Teatro Antico di Taormina, al Forte di Bard e all’Arena di Verona, dove il 5 ottobre hanno raggiunto Tozzi sul palco colleghi come Raf, The Kolors, Hauser e Laura Pausini. Tra i grandi successi di una carriera lunga 50 anni, da “Ti Amo”, indimenticabile brano del 1977, a ‘Gloria’, finita in film come ‘Flashdance’, a Verona c’è stato spazio anche per un inedito, ‘Vento d’aprile’, uno dei cinque nuovi brani che entreranno nel doppio disco dal vivo in uscita il 28 novembre.

Il brano è dedicato a Elisa, una bambina morta nel 2020 per una rara forma di leucemia e i proventi dello streaming saranno devoluti alla Fondazione AIRC. Se la serata all’Arena sarà trasmessa prossimamente su Canale 5, “l’ambizione è far diventare questo ultimo tour un documentario” anticipa Tozzi, che in futuro vorrebbe anche scrivere una colonna sonora: “Mi piacerebbe molto, non me l’ha mai chiesto nessuno e ho sempre espresso questo desiderio di staccarmi dalla classica canzone pop di 3 minuti e allungare di più il cervello con sonorità diverse”. Per ora, l’attenzione è tutta su ciò che è appena passato, i 10mila spettatori dell’Arena, ciò che verrà, le 12 date in partenza il 5 marzo 2026 da Eboli, e ciò che non ci sarà più: “Come per tutti i musicisti, il palco è sempre stato il posto più divertente di tutto il viaggio che facciamo nella carriera.

È lì che abbiamo l’energia che cancella tutta la fatica e questo fatto emozionale mi fa pensare, però ho progetti molto belli che mi interessano molto e credo di riuscire a riempire il vuoto di non andare più in tour”. A proposito di vuoto, guardandosi intorno, Tozzi non vede “nuove personalità vocali, non c’è più una voce originale, per questo mi auguro che emergano nuovi cantautori con nuove voci e testi”. Magari capaci di valicare i confini, come successo a lui: “ai miei tempi un artista non avrebbe mai pensato che la sua musica potesse arrivare alla frontiera di Chiasso, invece ‘Ti amo’ varcò i confini prepotentemente e inaspettatamente da musicista mi trovai a fare il cantante, che neanche mi andava di fare perché non mi piaceva la mia voce”.

Con quella voce, invece, Tozzi nel 1982 è arrivato “a ritirare il Golden Globe perché in 5 anni di carriera avevo venduto 27 milioni di copie” e oggi ad annunciare un tour mondiale, con cui celebrerà 50 anni di musica condensati in 12 ultimi concerti.